Piano Casa, l’amministrazione corre ai ripari

di Livia Fattore

Giuseppe MattielloAVERSA. “Escludendo qualsiasi tipo di intervento, anche quelli che la legge regionale sul Piano Casa del dicembre 2009 consentiva, l’amministrazione comunale ha commesso un passo falso.

E’ necessaria una nuova riflessione, alla luce delle prospettive offerte dalla nuova normativa del settore, cercando di coinvolgere tutte le realtà socio-economiche che operano effettivamente sul territorio cittadino”. Questa, in estrema sintesi, la posizione venuta fuori nel corso di un incontro tra il primo cittadino normanno Mimmo Ciaramella e il neo assessore all’urbanistica Giuseppe Mattiello, in quota al Gruppo Unico delle Autonomie. Insomma, quanto all’epoca evidenziato dall’architetto Alberto Coppola, docente di urbanistica presso la facoltà di architettura della Federico II, è stato praticamente ammesso dall’amministrazione di centrodestra che si salva in calcio d’angolo grazie alla nuova legge regionale del settore, la numero 1/2011, che prevede, entro sessanta giorni dalla sua entrata in vigore, la possibilità per i comuni della Regione Campania di rivedere le decisioni già prese stabilendo gli ambiti che devono essere esclusi da scelte di edilizia residenziale. Tre i settori principali che dovrebbero interessare Aversa: ristrutturazione e ampliamento, relativamente all’edilizia privata; le aree degradate che possono trasformarsi in residenziali; l’abbattimento e la ricostruzione con aumento di volumetria.

Per Ciaramella: “Oggi si impone una riflessione dopo le decisioni dello scorso anno. Come amministrazione vorremmo un coinvolgimento reale della città, forze politiche e sociali, oltre che l’associazionismo. Stiamo valutando anche l’opportunità di tenere un consiglio comunale aperto”.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore Mattiello che, dapprima, illustra i perché di questa nuova possibilità: “Tre regioni avevano usufruito meno del preventivato dell’utilizzo del Piano Casa che ha come obiettivo il rilancio dell’economia, la realizzazione di case e l’utilizzo di fonti alternative. Tra queste c’era la Campania”. Di seguito, poi, l’esponente degli autonomisti spiega: “L’altra volta si decise di escludere tutto, una decisione che forse la legge non consentiva. Ora abbiamo l’opportunità di rivedere quella decisione e lo vogliamo fare coinvolgendo tutti i soggetti interessati al settore”. “In questo senso – conclude il professionista aversano – vorremmo dare vita, come amministrazione, a delle scelte di sintesi delle posizioni delle parti che effettivamente vivono il nostro territorio: unione industriali, camera di commercio, associazioni di commercianti, ordini professionali e, soprattutto, le due facoltà universitarie che hanno intelligenze che non possono non essere prese in considerazione”.

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