De Cristofaro: “Il PalaJacazzi è un peso economico”

di Antonio Arduino

Aniello De CristofaroAVERSA. Quale futuro per il palazzetto dello sport? Abbiamo posto la domanda all’ex assessore Aniello De Cristofaro.

Una struttura considerata un peso economico per la città dall’ex componente della giunta perché, ospitando uffici che potrebbero essere trasferiti comodamente e senza spese in altri edifici di proprietà comunale, come ad esempio nella dismessa caserma della polizia municipale, per essere tenuta efficiente costa ai cittadini aversani 240mila euro all’anno con un rientro che non arriva al 5 per cento. In più avrebbe necessità di essere riqualificata in fatto di acustica che l’ex assessore ritiene insoddisfacente per le attività a cui è destinata. “Proprio così”, esordisce De Cristofaro, ex delegato sia al patrimonio sia allo sport. “Il problema c’era e c’è, e ne avevo parlato con il sindaco proponendo anche la soluzione” aggiunge, ricordando una proposta fatta lo scorso novembre che aveva trovato il favore del primo cittadino, ma che ora sembra essere finita nel dimenticatoio.

“La soluzione – continua l’ex assessore – era quella di dare la struttura in concessione a terzi a titolo oneroso. In parole povere darla in gestione dietro pagamento di un canone, anche piccolo. Ottenendo così un profitto e la cancellazione delle spese che sarebbero state a carico del gestore”. Insomma, l’uovo di Colombo. Una soluzione semplice che De Cristofaro aveva già avviato, realizzando una bozza del bando necessario a concedere in gestione il palazzetto.

Anche per il problema dell’acustica l’ex assessore aveva già avviata la soluzione. “Avevo prospettato il problema a Gino Iannace, professore ordinario della facoltà di architettura della Sun, che – ricorda in proposito De Cristofaro – insieme alla sua equipe, la stessa che ha contribuito a risolvere analoghi problema sia alla Reggia di Caserta che agli scavi di Pompei, ha elaborato un complesso ed esauriente studio sull’acustica del PalaJacazzi proponendo varie soluzioni”. “Addirittura – continua – il neo architetto Valerio Libardi ne ha fatto oggetto della tesi che gli ha permesso di laurearsi con lode”. “Quel lavoro – ricorda l’ex assessore – è stato donato al sindaco perché ne prendesse visione e tirasse le conseguenze del caso”. “Ad oggi non se ne sa nulla. La speranza – conclude De Cristofaro – è che il tutto non resti chiuso in un cassetto”.

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