Cardiologia al “Moscati”, non attiva l’emodinamica: pazienti a rischio

di Antonio Arduino

 AVERSA. Chi o che cosa impedisce l’attivazione dell’emodinamica nel reparto di cardiologia e unità coronarica dell’ospedale “San Giuseppe Moscati”?

E’ questa la domanda che si pongono tanti pazienti costretti a seri rischi per effettuare una coronarografia e spesso, in contemporanea, l’angioplastica necessaria a risolvere in maniera definitiva e felice un infarto diagnosticato e trattato efficacemente, in prima battuta, dagli specialisti dell’equipe di Gennaro De Marco. Considerando che la moderna cardiologia in reparti dotati di unità coronaria non può essere dissociata dalla presenza dell’emodinamica, la ristrutturazione del servizio presente nell’ospedale cittadino era stata realizzata creando anche un apposito ambulatorio di elettrofisiologia ed elettrostimolazione in cui sarebbe stata effettuata non solo questa particolare, importantissima diagostica interventistica, ma anche la messa in sede e il controllo di pace maker e defibrillatori. Un compito per il quale l’ex Asl Caserta 2 aveva persino speso i fondi necessari a formare il personale medico.

Cosicchè oggi c’è il personale, c’è l’ambulatorio- quello indicato con il numero 8 – ci sono, purtroppo, i pazienti, ma non c’è il servizio, almeno non in maniera completa e soddisfacente. Perchè si limita all’applicazione di pacemaker e defibrillatori che, pur avendo raggiunto numeri degni di nota superando i cinquecento interventi in poco più di due anni, viene effettuata in condizioni precarie, dal momento che, non essendo l’ambulatorio attrezzato, lo specialista di turno è costretto a servirsi di una delle sale operatorie del nosocomio se e quando ne è disponibile una.E’ costretto ad eseguire l’intervento senza una vera programmazione. Quanto al cateterismo cardiaco, alla coronarografia e all’angioplastica, indicati come terapie di primo intervento in caso di infarto acuto dalla moderna cardiologia, per gli specialisti del Moscati sono impossibili da effettuare. Pertanto, dopo aver eseguito un primo trattamento con terapia medica, sono costretti a trasferire l’ammalato presso le strutture dotate di emodinamica, con i rischi che ne possono conseguire.

“Basti pensare soltanto- commenta uno specialista – che, a seguito delle sollecitazioni prodotte dall’autoambulanza, già il viaggio per raggiungere centri attrezzati con l’emodinamica, spesso molto distanti, potrebbe produrre cambiamenti seri nelle condizioni di un paziente appena stabilizzato dalla terapia medica per rendersi conto del fatto che l’unità coronarica non può essere disgiunta dall’emodinamica”. “Se a questo si aggiunge – continua – che gli interventi effettuati in altre strutture sui nostri pazienti vengono pagati dalla nostra azienda sanitaria, contando il numero delle preastazioni erogate dal 2004, anno di attivazione dell’unità coronarica, ad oggi si può senza ombra di dubbio affermare che avremmo potuto allestire ben due emodinamche al Moscati”. Invece niente, malgrado gli ambienti siano stati predisposti e siano disponibili, malgrado esistano professionalità adeguate e, soprattutto, malgrado esista la necessità, dato l’alto numero di richieste provenienti dall’enorme bacino di utenza che fa riferimento al presidio. Eppure prima il consigliere regionale Cesario Liguori, nella veste di assessore alla sanità, aveva prevista la realizzazione dell’emodinamica al Moscati. Sollecitata, più tardi, con interrogazioni specifiche, dai consiglieri regionali Giuseppe Sagliocco e Nicola Caputo e, a più riprese, anche dal primario De Marco.

Insomma, la necessità c’è ma l’emodinamica non arriva. Stando ai fatti, sembra si preferisca spendere per effettuare esami ed interventi in strutture esterne, trasferendo gli ammalati nonostante ci sia rischio.

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