Pacchi bomba ad ambasciate di Svizzera e Cile: si segue pista anarchica

di Redazione

l'ambasciata svizzera a RomaROMA.Due pacchi esplosivi sono stati recapitati presso le ambasciate della Svizzera in via Oriani e del Cile in via Po.

Un terzo sospetto, poi rivelatosi un falso allarme, è giunto alla sede diplomatica ucraina in via Guido D’Arezzo. I pacchi sono deflagrati ferendo gli addetti allo smistamento, uno dei quali, il portinaio della ambasciata svizzera, è ricoverato in gravi condizioni al Policlinico Umberto I: l’uomo, di 53 anni, non è in pericolo di vita ma rischia l’amputazione delle mani. Anche il dipendente dell’ambasciata cilena è rimasto ferito alle mani mentre apriva il pacco bomba, dalle dimensioni di una videocassetta.

Episodi che hanno fatto scattare l’allarme in tutte le ambasciate e sedi diplomatiche a Roma.Finora nessuna rivendicazione. Gli inquirenti seguono la pista anarchica, dunque di attentati con finalità di terrorismo. Tra le diverse possibilità al vaglio degli inquirenti, infatti, c’è anche quella che ipotizza un attentato elaborato da gruppi anarco-insurrezionalisti in riferimento alla vicenda carceraria di alcuni esponenti della galassia anarchica attualmente detenuti nelle carceri elvetiche. Tra questi figura anche Marco Camenisch, militante rivoluzionario antinucleare svizzero, negli anni ’90 più volte detenuto in Italia e successivamente, nel 2002, estradato in Svizzera.

Il Paese elveticoè finito già in passato nel mirino degli anarchico-ecologisti e dei fondamentalisti islamici: proprio davanti all’ambasciata elvetica a Roma il 5 ottobre era stato trovato un ordigno incendiario. Era vicino al muro di cinta e non esplose, ma conteneva il messaggio “Costa, Silvia e Billy liberi”. Si tratta dei tre anarchici attivi nelle lotte ecologiste radicali, arrestati ad aprile vicino Zurigo con l’accusa di progettare un attentato contro la succursale di una multinazionale. A novembre inoltre, quando in Grecia vennero inviati numerosi plichi esplosivi indirizzati al Parlamento e a diverse sedi diplomatiche, un pacco bomba esplose davanti all’ambasciata svizzera di Atene. Anche in quel caso la pista era anarchica.

Intanto, il questore di Roma sottolinea: “Non si tratta assolutamente di strategia della tensione. Per ora abbiamo due episodi certi il terzo era un allarme e stiamo verificando. Stiamo lavorando con gli artificieri della polizia e dei carabinieri e abbiamo allertato tutte ambasciate e informato la Farnesina in merito a questa situazione”.

Il sindaco di Roma, GianniAlemanno, dopo essersi recato nella sede diplomatica ha dichiarato: “Non c’è relazione con gli altri falsi allarmi bomba di questa mattina Roma” riferendosi alla telefonata anonima giunta in Campidoglio verso le 11 di giovedì mattina, che avvertiva di una bomba negli uffici del Comune in via del Tempio di Giove, vicino il Campidoglio, e in viale Marconi all’Eur. “Gli inquirenti – ha proseguito il primo cittadino- stanno valutando piste internazionali”. Per le false bombe del Comune gli artificieri della polizia hanno verificato che entrambe le segnalazioni erano inattendibili. Hanno fatto evacuare 400 persone dal palazzo di viale Marconi dove era in corso la prova orale di un concorso nella sede del Dipartimento risorse umane del Comune ma dopo le 12.50 sono rientrati e l’esame è ripreso.

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