‘Ndrangheta, 77 arresti: c’è anche colonnello dei carabinieri

di Redazione

 CATANZARO. C’è un colonnello dei carabinieri tra le persone fermate giovedì mattina da guardia di finanza e carabinieri per l’esecuzione di una ottantina di provvedimenti disposti dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Si tratta di Luigi Verde, di 57 anni, in servizio a Bolzano.

Nell’abitazione a Bolzano del colonnello Verde sono state trovate, secondo quanto hanno riferito investigatori e inquirenti, armi da guerra ed esplosivo. L’ufficiale, secondo quanto è emerso dalle indagini, avrebbe svolto un ruolo, in particolare, nei trasporti di droga.

L’organizzazione criminale faceva capo alle cosche Muto e Chirillo della ‘ndrangheta ed aveva la sua base operativa a Cetraro (Cosenza), il paese della costa tirrenica base operativa di Muto, definito “il re del pesce”. Alle persone contro le quali sono stati emessi i provvedimenti di fermo viene contestata l’associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata al traffico di droga ed armi. L’operazione è stata condotta, oltre che in Calabria ed in Trentino Alto Adige, in Emilia e Veneto.

L’operazione della Guardia di Finanza riguarda l’esecuzioni di 77 provvedimenti di fermo e il sequestro di beni per 200 milioni di euro nei confronti degli appartenenti ad una organizzazione di trafficanti internazionali di droga. I fermi e i sequestri sono stati disposti dalla Procura della Repubblica di Catanzaro. L’operazione viene condotta dal nucleo di Polizia Tributaria e dalla Scico della Guardia di Finanza insieme ai Carabinieri del comando provinciale di Cosenza.

L’arresto del colonnello Verde è avvenuto a Bolzano, all’interno della caserma della Legione dei carabinieri del Trentino Alto Adige. Verde è infatti capo ufficio logistico della Legione e occupa un appartamento di servizio all’interno della caserma di viale Druso. L’ufficiale è stato arrestato dopo una perquisizione domiciliare da parte dei suoi colleghi del comando provinciale, in collaborazione con la guardia di finanza.

Nel 2003 il colonnello Verde era stato assolto a Sondrio dall’accusa di omessa denuncia di reato e falsità ideologica. Secondo l’accusa, Verde, comandante provinciale dei carabinieri di Sondrio dal settembre 1999 al settembre 2001, avrebbe ritardato di circa un anno di denunciare un suo sottoposto, un capitano all’epoca comandante del reparto operativo dei carabinieri di Sondrio, che aveva tenuto per sè una somma di denaro ottenuta in prestito dalla Banca Popolare di Sondrio per indagini in realtà mai delegate dai magistrati. Il pm aveva chiesto la condanna a un anno e sei mesi di reclusione. Il giudice aveva però accolto la tesi dell’avvocato difensore, assolvendo l’imputato da entrambe le accuse.

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