Caserta.26 persone sono state arrestate dalla squadra mobile di Caserta diretta dal vicequestore Angelo Morabito, in collaborazione col Servizio centrale operativo, delle squadre mobili di Arezzo, Napoli e Pordenone e l’ausilio degli equipaggi dei Reparti prevenzione crimine.
Si tratta di una banda di cani sciolti, non legata a nessun clan camorristico, che operava nella zona di Caserta, Marcianise, Maddalonie cittadine limitrofe, cercando di sostituire l’egemone clan Belforte, decimato dagli arresti delle forze dell’ordine.
La banda, secondo le risultanze investigative, disponeva di una fitta rete di compartecipi a cui erano affidati compiti precisi quali quello di pusher, addetto allo smercio dello stupefacente ed al procacciamento dei clienti; di vedette preposte al controllo del territorio in particolare nelle zone dove era stata impiantata la base operativa del gruppo, unabitazione di via Galatina a Caserta; di custodi della droga; di diversi canali di vendita al dettaglio della sostanza stupefacente; di diversi canali di approvvigionamento della sostanza stupefacente, attività nella quale ruolo predominante veniva rivestito da un uomo ritenuto organico al clan Mazzarella di Napoli.
La droga veniva occultata in zone impervie nei pressi dellabitazione familiare dei Pascarella a Cervino, da dove veniva trasportata continuamente nellappartamento situato a Caserta, allinterno del quale, durante lassenza dei componenti, veniva lasciato libero un grosso pitone bianco al fine di scoraggiare eventuali intrusioni.
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Da qui il nome dell’operazione, denominata White Snake (Serpente bianco), che tra l’altro è anche il nome di un famoso gruppo hard rock. Lo stupefacente veniva tagliato e confezionato allinterno dello stesso appartamento, dove, spesso, i clienti venivano invitati anche a consumare le dosi, al fine evitare il pericolo che, se fermati dalle forze dellordine subito dopo in strada, potessero rivelare le persone o i luoghi dove era stato acquistato. In alternativa, la cocaina veniva consegnata per la vendita al dettaglio ai numerosi pusher al servizio dellorganizzazione.
Lorganizzazione disponeva anche di un vero e proprio arsenale, costituito da pistole, fucili e mitra. Come confermato dalle numerose conversazioni intercettate, la disponibilità di un arsenale dallelevato potenziale era giustificata dai contrasti insorti con altri gruppi criminali, operanti soprattutto nel comprensorio di Maddaloni e Marcianise, collegati al clan dei Belforte (detti anche Mazzacane) di Marcianise, egemone a Caserta e nei comuni limitrofi di Santa Maria Capua Vetere, Maddaloni, San Marco Evangelista e San Nicola La Strada.
Nel corso delle perquisizioni, allinterno della casa di uno dei catturati, è stata rinvenuta una motrice, diuna dittadi Ariano Irpino (Avellino), carica di generi alimentari (pasta Barilla), rubata qualche ora prima ad Apice (Benevento) e di cui era stato denunciato il furto la stessa notte presso la Questura di Benevento. Al momento dellirruzione veniva sorpreso mentre scaricava la merce dal rimorchio, riposta nel cortile adiacente labitazione, e sottoposto a fermoper ricettazione un uomo di27 anni, residente ad Ampollosa (Benevento), mentre altri due complici riuscivano a fuggire.