Casini: “Se Berlusconi restasse per un voto dovremmo chiamare il 118”

di Redazione

Pier Ferdinando CasiniROMA. “Il 14 dicembre non è il giorno del giudizio, lo è il 15. Che ci sia o non ci sia una fiducia per qualche voto resta chiaro che questo governo è incapace di avere una sua maggioranza in Parlamento”.

Così il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, ospite di Maria Latella a SkyTg24. “Se Berlusconi restasse a galla per un voto sarebbe da 118 ma noi in quel caso faremmo serenamente l’opposizione. Se ritiene sia sufficiente vada avanti, noi siamo ipercoerenti” aggiunge Casini, che, in un’intervista a Repubblica in edicola omenica 5 dicembre, invoca la necessità di un “governo di armistizio”. E aggiunge: “Se Berlusconi avesse incominciato a ragionare diversamente, invece di ascoltare qualche ‘sciamannato’, la situazione non sarebbe a questo punto. Siamo in una crisi che lui stesso ha determinato”.

Sul ruolo di Napolitano e le polemiche scatenate dalle dichiarazioni di Verdini, Casini commenta: “Il presidente è garanzia per tutti, non gioca una partita politica, fa il suo dovere costituzionale”. Mentreriguardo al ruolo di Fini in doppia veste di leader politico e presidente della Camera: “Il fatto che la terza carica dello Stato giochi un ruolo politico diretto è sicuramente un po’ un’anomalia, ma rispetto alle anomalie che ci sono in Italia è quasi trascurabile”, sostiene Casini, cheinterviene anche sulle indiscrezioni di Wikileaks sulla salute del premier: “Non mi sembra che il problema dell’Italia sia questo, ma la salute dell’economia del Paese”.

Aproposito della attuale legge elettorale: “Vogliamo restituire ai cittadini la possibilità di scegliere i parlamentari – dice – e con questa legge, con il 30% delle preferenze, si ha un premio di maggioranza del 51%: è una cosa folle. Questo bipolarismo ha dato alla Lega e a Di Pietro le chiavi della democrazia italiana”.

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