Bossi chiude a Udc: “Berlusconi non faccia entrare chi lo vuole morto”

di Redazione

Berlusconi-BossiROMA. Umberto Bossi, pur tenendo conto della volontà degli alleati, ritiene che per superare dubbi e paurela vera “igiene”sia il voto.

Al termine di un pranzo con i vertici della Lega ad Altavilla Vicentina, il ministro delle Riforme è tornato ad insistere sulla necessità di ritornare in anticipo alle urne (“Più si aspetta tempo, meno la gente capisce”, il suo pensiero) ed ha messo di nuovo in guardia Silvio Berlusconi da un eventuale ingresso dell’Udc di Casini nella maggioranza di governo. “Se fossi Berlusconi – ha detto il senatùr – stare attento a non fare entrare i suoi nemici, quelli che lo vogliono morto”. Un riferimento diretto all’Udc che, ha sottolineato Bossi, “ho già provato al governo e non riuscivamo a far niente”. “Il problema – ha aggiunto il leader del Carroccio – è che se un governo resta in carica, rimane per fare i cambiamenti delle leggi”.

A Bossi ha fatto eco il ministro dell’Interno Roberto Maroni: “Se ci sarà una maggioranza su cui fare affidamento si può continuare. – ha spiegato il titolare del Viminale -Altrimenti è meglio andare al voto”. Il Pdl però frena e il più esplicito è Renato Schifani. “Gli italiani – dice il presidente del Senato – chiedono di non andare nuovamente alle urne, perché lo hanno già fatto poco più di due anni fa. La stabilità è una necessità inderogabile per il Paese edè utile mettere fine a sterili contrapposizioni”. E, a proposito di contrapposizioni, Bossi risponde così alla domanda su un possibile dialogo tra la maggioranza e Gianfranco Fini: “Dovete chiederlo a Berlusconi. Io non ho litigato con Fini”.

Intanto, al momento Casini non sembra cedere alle avances del Pdl e conferma la presa di distanze da Berlusconi e dal Pd. “Abbiamo un’interlocuzione seria sia con il Pdl che con il Pd, ma balliamo da soli”, afferma il leader centrista.

BERLUSCONI: “FLI, DESTINAZIONE SINISTRA”. Sabato il premierBerlusconi, intervenuto telefonicamente alla cena del Pdl toscano, Consiglio è tornato su temi più politici, parlando della fiducia superata per tre voti il 14 dicembre: “La manovra che ci voleva mandare a casa è fallita, il governo eletto dagli italiani va avanti e governa per il bene del paese”, ha detto, aggiungendo che “lo slogan del Pd “tutto tranne Berlusconi” è andato male”. Il presidente del Consiglio ha ringraziato tutti i parlamentari “per aver retto compattamente la spallata contro il governo e contro di me. Il 14 dicembre è stato uno spartiacque per la legislatura e per la democrazia. Se avesse vinto il fronte del tutti contro uno, le lancette della politica sarebbero tornare alla prima Repubblica, quando la gente votava e i partiti cambiavano governo e programma”. “Quella del 14 – ha aggiunto il Cavaliere – non è stata solo una vittoria numerica ma la vittoria politica della responsabilità contro l’avventurismo. Fli ha come destinazione la sinistra e molti di loro vorranno tornare indietro e riunirsi in un gruppo nuovo che come noi abbia a cuore l’Italia”. “State sicuri – ha concluso – che noi governeremo ma se non ci riuscissimo si andrà alle elezioni e noi le vinceremo alla grandissima”.

“IO UNICO BOSS VIRILE”. Berlusconi ha ripetuto la gag sull’anagramma del proprio nome, già pronunciata due giorni fa. “Sapete perchè sono sempre così carino con le signore? Deriva dall’anagramma del mio nome: ‘l’unico boss virile'”. Battuta lanciata subito dopo i complimenti alla portavoce regionale Monica Faenzi che ha invitato a “una cena a due a Roma”.

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