Bersani: “Berlusconi è un disastro, deve andarsene”

di Redazione

Pierluigi Bersani ROMA.“Siete una meraviglia: qui c’è l’Italia di domani”. Quasi si commuove Pierluigi Bersani quando sale sul palco di piazza san Giovanni a Roma e vede davanti a sé migliaia di persone con le bandiere del Pd, ma anche quelle arancioni dei precari e perfino una rossa con il profilo di Enrico Berlinguer.

La piazza scandisce “Ber-sa-ni, Ber-sa-ni, Ber-sa-ni”. Lui intimidito: “Dai, che qui fa freddo”. E poi comincia il suo comizio che conclude la grande manifestazione del Partito Democratico che sabato pomeriggio a Roma ha portato in piazza migliaia di militanti arrivati da tutta Italia. “Care democratiche, cari democratici – esordisce il segretario Pd -, siamo tutti qui per dare un messaggio di fiducia e cambiamento, Silvio Berlusconi deve andare a casa, ci vuole un passo avanti e l’Italia deve togliersi il berlusconismo dalle vene”. E chiede: “Possiamo tirare qualche somma dopo 16 anni di Berlusconi? Il bilancio è disastroso, di-sa-stro-so”.

“NON ABBIAMO PAURA DEL VOTO”. “Il bilancio di questi anni è disastroso. Il nostro paese non è migliorato in niente. Ci siamo visibilmente allontanati dai paesi forti dell’Europa. Abbiamo perso posizioni su posizioni in tutte le classifiche immaginabili e possibili”, ha aggiunto Bersani, elencando poi una lunga sequela di settori, dagli investimenti all’evasione fiscale, in cui l’Italia ha perso posizioni. “L’unica classifica che grazie a Berlusconi abbiamo rimontato é quella del nostro posto delle barzellette nel mondo, del nostro posto nel discredito nel mondo!”. Ancor “più grave”, ha sottolineato Bersani, e “il deperimento dell’etica pubblica, della dignità delle istituzioni e della politica, la doppia morale consentita ai ricchi ed ai potenti, il riaffacciarsi di stereotipi insultanti per la dignità della donna, la condiscendenza per una mentalità pararazzista”. Berlusconi, spiega il segretario del Pd, “ha fatto tutto lui e adesso parla di ribaltone? ha avuto tutto in mano, una maggioranza galattica, una legge elettorale ad personam, il più grande partito d’Italia inventato sul ‘Predellino’ e ora fa la vittima. Lui si è ribaltato lasciandoci il problema che adesso non si ribalti anche l’Italia”. “Non avremo certo paura del voto, se capitasse ce la giochiamo e la vinciamo. Ma serva un po’ di responsabilità e una risposta di stabilità può venire solo da un governo serio di responsabilità istituzionale”. Cosi il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani presenta la proposta che il Pd “avanzerà al Capo dello Stato” in caso di crisi di governo. “Siamo davanti – afferma Bersani – ad una emergenza economica e sociale e da 6 mesi siamo nell’instabilità perché Berlusconi è l’instabilità”. Per il leader Pd serve invece un governo di responsabilità istituzionale che “garantisca una transizione ordinata, nuove regole elettorali, alcuni interventi urgenti in campo economico e porti il Paese ad un confronto elettorale capace finalmente di rivolgersi al futuro”

“SIAMO IL DOPO BERLUSCONI”.“Bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao”. Così inizia la manifestazione del Pd contro il governo: “È marcio, buttiamolo via”, si legge sui cartelloni dei manifestanti. Sono in migliaia e già dalle prime ore del mattino hanno invaso Roma arrivati da tutta Italia per sfilare a fianco dei leader del Pd a poche ore dal voto di fiducia al Governo Berlusconi previsto martedì alla Camera. Lo slogan della manifestazione è: “Con l’Italia che vuole cambiare”. E la colonna sonora è ancora una volta “Cambierà” di Neffa. Ma la storica canzone dei partigiani la fa sempre da padrone. Giovani, vecchi, famiglie, pensionati, precari, lavoratori, disoccupati. In mano bandiere con la sigla del Pd, striscioni, cartelloni, slogan ironici, slogan arrabbiati. Così i due cortei sono partiti. Gioiosi, pacifici, tranquilli, ma determinati. Militanti a fianco dei loro leader. E tra i leader al via dei cortei parla il segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani: “Noi siamo il dopo Berlusconi, il 14 dicembre – spiega – è una tappa del dopo Berlusconi”. Il vicesegretario del Pd Enrico Letta è anche andato alla stazione Termini ad accogliere i manifestanti: “È un grande momento per la politica italiana: da questa piazza arriva un messaggio per una politica pulita, Berlusconi può comprare tutto quello che gli piace, ma non questa piazza”. Piazza troppo di sinistra? No, dice Beppe Fioroni, “è una bella piazza serena e tranquilla anche negli slogan. Oggi facciamo una proposta al Paese per dar vita ad un governo di responsabilità nazionale che vuole cambiare l’Italia”. E Oliviero Diliberto, portavoce della Federazione di Sinistra, abbraccia Bersani: “Siamo qui per portare un saluto e per creare unitariamente un’alternativa a Berlusconi”.

STRISCIONI.Tanti i cori e gli striscioni contro il premier. Un cartello nel corteo fa riferimento ai presunti scandali sessuali del premier: la scritta “Arcore” cancellata in rosso e sotto “Hardcore”. Quindi una signora che imbraccia una scopa di saggina e la scritta “Silvio scopa anche questa…”. Poi una scritta con riferimento giudiziario “L’Italia cambierà se Berlusconi in galera andrà”. Ma ce n’è anche per il sindaco di Firenze reo di essersi recato qualche giorno fa ad Arcore dal Cavaliere: “Se i giovani sono come Renzi meglio i vecchi…”.

DA TUTTA ITALIA.L’organizzazione centrale del partito, in collegamento con le strutture regionali, ha predisposto 18 treni speciali, 1.500 pullman, due navi. Due treni e 15 pullman raggiungono Roma dalla Sicilia. Da Piemonte e Basilicata sono state organizzate anche due bande musicali, che si uniranno ai due cortei, ai quali partecipano anche una rappresentanza del forum immigrazione del Pd, dei giovani democratici e del forum donne. Dal Piemonte, poi, arrivano anche 20 pullman del Movimento dei moderati: la formazione locale, coposta anche da transfughi di Forza Italia e Udc, è presente in maniera massiccai in testa al corteo, con il deputato Giacomo Portas. Dalle Marche, militanti con i giubbetti catarifrangenti.

IN PIAZZA. Due i cortei partiti alle 14. Uno da piazza della Repubblica, l’altro da piazzale dei Partigiani, di fronte alla stazione Ostiense. Anche i dirigenti del partito si dividono per essere presenti in entrambi i cortei. Il segretario Bersani si avvia verso piazza San Giovanni da piazza della Repubblica, dove trova tra gli altri anche Enrico Letta, Dario Franceschini, Massimo D’Alema, Piero Fassino, Franco Marini, Maurizio Migliavacca, Livia Turco, Gianni Cuperlo, Matteo Mauri, Matteo Orfini, Ettore Martinelli, Roberta Agostini, Cecilia Carmassi, Anna Maria Parente e Ignazio Marino, Beppe Fioroni. Alla testa del corteo da Ostiense partono tra gli altri il presidente del partito Rosy Bindi, il presidente del gruppo parlamentare del Senato Anna Finocchiaro, il presidente del gruppo parlamentare europeo David Sassoli, Walter Veltroni, Luciano Violante, Ignazio Marino, Davide Zoggia, Marco Meloni, Stefano Fassina, Cesare Damiano, Paolo Gentiloni, Nicola La Torre, Stella Bianchi, Francesca Puglisi. Anche l’Italia dei Valori partecipa alla manifestazione indetta dal Pd: lo annuncia il responsabile nazionale dell’orientamento politico eventi e manifestazioni dell’Idv, Stefano Pedica. “In attesa del voto di fiducia – spiega il dipietrista – anche noi siamo in piazza con L’Italia che vuole cambiare, una grande manifestazione di tutte le forze dell’opposizione che vogliono mandare a casa Berlusconi e la sua cricca, al fianco dei lavoratori e dei ricercatori della scuola e dell’università, del cinema, della sanità. Oggi siamo tutti in piazza con un unico slogan: mandiamolo a casa”.

IL CONCERTO.La manifestazione si conclude in piazza San Giovanni con l’intervento del segretario del Pd Bersani. Ma prima suoneranno artisti come Neffa, Roy Paci e Simone Cristicchi e saranno letti da semplici cittadini alcuni articoli della Costituzione. A sorpresa sale sul palco anche la rossa Fiorella Mannoia che insieme con Roy Pace canta “Clandestino” di Manu Chao. I primi ad esibirsi sul palco di piazza San Giovanni saranno i musicisti de La Med Free Orkestra. Quindi sarà la volta di Nina Zilli, di Roy Paci, e di Simone Cristicchi. La sezione musicale della manifestazione sarà conclusa da Neffa, autore di “Cambierà”, diventato la colonna sonora delle manifestazioni del Pd. Sarà quindi proprio Neffa, con la sua canzone, a introdurre il discorso del segretario nazionale del Pd.

IL MONDO DELLA CULTURA. Uno spezzone del corteo è dedicato alla cultura. Dietro lo striscione con la scritta “Pane e cultura” si raduneranno i lavoratori del mondo del cinema e dello spettacolo dal vivo, dal teatro alla musica fino alla danza. E poi archeologi, restauratori, archivisti, bibliotecari, operatori museali e dei beni culturali, artisti e scrittori. Tutti insieme per chiedere “nuove politiche per la cultura, un settore capace – nonostante i tagli drammatici inferti da Tremonti – di produrre oltre 40 miliardi del prodotto interno lordo del Paese e di dare occupazione a 550mila lavoratori. Nonostante ciò, troppo spesso chi lavora nella cultura in Italia è un precario e la sua professionalità non è riconosciuta”. In tanti indosseranno magliette gialle con i simboli degli strumenti dei lavoratori della cultura: cineprese, maschere teatrali, strumenti musicali, scarpette da danza, libri, attrezzi di archeologi e restauratori.

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