Pd, Capobianco si autosospende dal gruppo consiliare

di Redazione

Franco CapobiancoCASERTA. In una lettera inviata al capogruppo consiliare del Pd, Rosa Bonavolontà, il consigliere Franco Capobianco, ex assessore provinciale, comunica la decisione di autosospendersi dal gruppo.

Ecco il testo del documento, inviato anche al presidente del Consiglio Arturo Di Palo, ai componenti del gruppo consiliare, al commissario provinciale del Pd Ciro Cacciola e al segretario regionale Enzo Amendola.

Dopo anni di esperienza e militanza politica mi risulta difficile continuare ad assistere inerme all’ennesima crisi politica ed istituzionale del comune di Caserta. Allo stato dei fatti, non risulta difficile, però, intuire le modalità di conclusione dell’ultimo quinquennio di gestione amministrativa, quella che potremmo definire l’era petteruti. L’aspetto non comprensibile è che l’autoreferenzialità del primo cittadino è arrivata ad un punto limite – ero presente all’evento – che non si limita a rivendicare i “successi del quinquennio” ma va oltre, finanche a recuperare le “gesta” della fine degli anni novanta, mentre l’irreparabile distanza tra il cittadino ed i luoghi in cui esso è rappresentato è evidente ed insopportabile. L’assenza di partecipazione e di coinvolgimento rende vano anche il più serio ed audace tentativo di miglioramento del territorio in generale e della nostra città in particolare; questi principi costituiscono la premessa necessaria ed irrinunciabile per ottenere qualsivoglia risultato. Il voler fare da soli, l’accentrare su se stessi gli intenti e le decisioni delegittimano non le persone ma i ruoli che esse ricoprono. A coloro che ricoprono incarichi istituzionali di importanti settori dell’Amministrazione sarebbero dovuti essere riconosciuti e rispettati il ruolo, la funzione, la proposta e l’attuazione. E così non è stato.
Nonostante questo quadro, a mio avviso, la caparbietà e la tenacia di alcuni assessori hanno reso possibile il raggiungimento di obiettivi che si sono rivelati validi e che per queste ragioni vanno doppiamente riconosciuti. Saranno poi gli elettori a rinnovare stima e consenso a chi ha saputo distinguersi. Negli ultimi tempi, ed in particolare in due occasioni, ho manifestato un forte disagio a mantenere un rapporto di condivisione con la maggioranza, osservando la conduzione oligarchica di questa amministrazione, cosa che, mi sembra importante sottolineare, ha pregiudicato e pregiudica il corretto svolgimento dell’attività di organizzazione della vita democratica attraverso il funzionamento del Consiglio comunale e del conseguimento degli obiettivi di mandato da parte dell’Esecutivo. La prima occasione a cui faccio riferimento – relativamente al mio disagio – riguarda l’ultimo rimpasto, che vide sostituiti inopinatamente cinque assessori (Ciro Carnevale, Adriana D’Amico, Gigi Del Rosso, Nello Natale, Eduardo Oliva). Vale la pena di sottolineare, senza dimenticarci di Arturo Gigliofiorito, che costoro furono eletti Consiglieri comunali, il che rende le decisioni prese nell’ambito del rimpasto, agli occhi di chi si impegna in politica e del cittadino che elegge il suo rappresentante, ingiuste e poco comprensibili. La sostituzione fu giustificata con la necessità di migliorare e rendere ancora più efficienti determinati settori di importanza strategica e, di contro, conferendo deleghe importanti ad assessori, chiaramente improduttivi ed inefficienti su temi decisivi per la città. Tutte queste scelte sarebbero dovute essere il motore di ripresa delle attività amministrative visibili per il centro della città e per le periferie. E così non è stato.
La seconda occasione riguarda la mia scelta di non partecipare al Consiglio comunale che aveva all’ordine del giorno “Il riequilibrio di bilancio”. Seppure consapevole che il mio voto fosse numericamente determinante, rispondevo alla mia coscienza ed al mandato che ricopro scegliendo di non prendere parte alla votazione. Sappiamo tutti che una palese crisi della maggioranza fu messa in salvo dall’assenza di un collega della minoranza. E’ inutile soffermarmi ulteriormente sulle ragioni della mia sofferta e tardiva decisione. Dico che anche dopo questa concitata fase, si sarebbe potuta aprire una nuova fase di dialogo e di riflessione sul riassetto e le prospettive della maggioranza. E così non è stato, anzi, silenzio, chiusura.
Cara Rosa, comprendo i tuoi sforzi e le tue incazzature tese a rappresentare alla meglio il tuo ruolo, ma di fatto non ti è stato e non ti viene consentito, come non ti hanno ascoltata quando ponevi al centro della strategia amministrativa gli obiettivi che mi permetto di ricordare integralmente:
– immediata costituzione di una “task force” intersettoriale per la programmazione riguardante fondi strutturali, Programma Integrato Urbano Piu Europa, Urban, Accordi di reciprocità, fondi Fas, Parco Progetti, Pit Città di Caserta, Pit Grande Reggia e Autorità di gestione Por Campania;
– accelerazione dei processi attuativi già avviati con l’attribuzione della “commessa di piano” sul Piano Urbanistico Comunale, attraverso il cronoprogramma degli appuntamenti e delle procedure istituzionali fino all’adozione del Piano nell’ambito della visione prevista dal Piano Strategico approvato dal Consiglio comunale; adozione dei Piani di Recupero;
– apertura del Macrico alla città e completamento dell’iter attuativo per l’adozione del Parco Urbano dei Monti Tifatini;
– implementazione dei progetti sull’arredo urbano e sulla pubblica illuminazione; sistemazione dell’assetto viario e del manto stradale; sicurezza stradale della città e delle frazioni; riorganizzazione del sistema di mobilità urbana anche attraverso l’installazione di strumenti
tecnologicamente innovativi e di controllo a distanza; riorganizzazione, ottimizzazione e semplificazione dei “centri di responsabilità” (dirigenti) delle aree e dei settori l’amministrazione;
– attuazione dei programmi definiti nel piano dei servizi per le fasce deboli, con riferimento all’assistenza, alla solidarietà, all’infanzia e in particolare ai trasferimenti delle risorse per il sostegno al reddito per gli affitti e alla programmazione abitativa di carattere sociale.
Questo avveniva l’11 aprile di quest’anno. La storia ha sempre una memoria ed a me hanno insegnato a conservarla gelosamente. Oggi invece:
– vale più l’orientamento di qualche dirigente di nuova nomina che la tua sacrosanta opinione assieme al voto unanime del Consiglio comunale
– sulla questione delle lavoratrici 328;
– vale più l’indifferenza di chi dovrebbe pianificare il territorio e restituire alla fruizione dei cittadini di funzioni di respiro e di qualità della vita che i tuoi appelli al conseguimento degli obiettivi di mandato;
– vale più il nucleo di valutazione che il ma.cri.co., vale più la commissione integrata che il mantenimento dei fondi di “più Europa”, etc, etc,
Vedi Rosa, per allargare il fronte sul piano della prospettiva politica, se a Napoli e a Salerno la situazione è grigia, a Caserta è nera. Se nel Centro-Sinistra (mi piace scriverlo col trattino) la situazione è indefinita, nel Centrodestra cittadino vi è una balcanizzazione della lotta politica che dimostra, nei fatti, che non hanno interesse ad assumere, in prospettiva, la guida della nostra città.
A Caserta la politica ha fallito, vince chi dialoga con la gente. A Caserta c’è ancora spazio per la prospettiva. Bisogna, però, innescare una molla che faccia scattare la discontinuità necessaria. Io sono del Pd e resto del Pd ma qui, con un gruppo consiliare spaccato, annoiato e in libertà non mi ci ritrovo più. Un gruppo che accantona azioni credibili – che concordasti, a nome del Pd, nei 6 punti nodali di fine mandato – facendosi coinvolgere, invece, nel vortice della manovra politico-istituzionale di chi vuole vivere alla giornata pur di arrivare fino in fondo alla consiliatura. A che serve, a chi giova.
Capirai, intuirai, che queste sono solo una parte delle motivazioni che mi spingono ad assumere la decisione di autosospendermi dal gruppo consiliare, in questo modo sono certo che renderò più facile il lavoro – in queste ore convulse – per superare la crisi che ha portato – senza alcun confronto – il signor Sindaco di Caserta alle dimissioni. Sia ben chiaro, però, che rimango a disposizione, in modo autonomo, di questa maggioranza se qualcuno avrà la bontà ed il tempo di spiegarmi cosa sta succedendo.
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