Il video del rapper casertano Zero Mc in anteprima al Black Cat

di Redazione

Zero MC CASERTA. L’acquapark dell’ex residence Fontana Blue a Villaggio Coppola, la cava Moccia che ha cannibalizzato i Monti Tifatini di Caserta, i terreni a Santa Maria La Fossa confiscati al mammasantissima Sandokan, …

… la discarica di Ferrandelle con le sue fetide colline di rifiuti, i ponti di cemento sul delta dell’Agnena, il lungomare di Pescopagano. Luoghi che urlano storie di abbandono, devastazione, incuria. Di una guerra combattuta senza armi, nel silenzio che puzza di omertà, nell’indifferenza che in Terra di Lavoro è una tecnica di sopravvivenza. Zone di confine, dove neppure il più folle dei tour operator vi porterà mai.

Forse proprio per questo, il Collettivo Latrones e l’associazione Forme Urbane hanno deciso di girare qui, tra Castel Volturno e Caserta, il nuovo clip di Zero MC “Is back”, l’ultimo singolo di Francesco Di Cecio, altrimenti noto come Zero Mc. Rapper ventiduenne, vincitore della sezione miglior emergente dell’Hip Hop Mei 2008, Zero è tornato in studio con la Murdhouse, etichetta indipendente di Pignataro Maggiore che pubblicò nel 2009 il suo primo album “La coscienza di Zero”.

E giovedì 16 dicembre ci sarà la “premiere” del clip. L’appuntamento è al Black Cat di via Santa Chiara, a Caserta. Una serata organizzata dal Collettivo Latrones, Forme Urbane ed Enos Events. Sul palco, ovviamente, Zero MC con uno speciale showcase per presentare una selezione delle canzoni del suo primo album e alcune anticipazioni del nuovo progetto targato Murdhouse prod., fino a culminare con l’anteprima del video. Non solo. Giovedì si esibirà anche Dj Uncino, ai piatti con il suo Scratch Video Set, la nuova frontiera del missaggio video “il vj’ing visto con gli occhi di un turntablist”. L’utilizzo delle più estreme tecniche degli “scratchers” (cut&scratch) abbinate ad immagini & clip video. Un salto in avanti in una nuova dimensione.

IL VIDEO. È mattina, un giorno anonimo come tanti. Zero si sveglia. Si guarda allo specchio e inizia il suo viaggio. Un trip tutt’altro che psichedelico. Nessuna fuga in avanti, nessuna scorciatoia, nessuno Stregatto da inseguire nel Paese della Meraviglie. Nella migliore tradizione Rap, Zero racconta la realtà che lo circonda e la sua vita così com’è, senza orpelli o effetti speciali. Caserta, la provincia spenta, le strade del Basso Volturno, nell’anno 2010. La disoccupazione che non lascia scampo, la camorra che controlla anche il movimento delle foglie in autunno. In questo contesto, c’è solo un modo per sopravvivere: dedicarsi anima e corpo, giorno e notte, alle proprie passioni. E Francesco De Cecio ama la musica più di ogni altra cosa.

BIOGRAFIA. Zero Mc nasce a Milano nel 1988, ma ben presto si trasferisce a Santa Maria La Fossa. Lo shock è pesante: dalla metropoli meneghina ad un minuscolo paese che vive di mozzarella, di bufale e bar pieni di vecchietti che giocano a carte per ingannare la noia, dove cento occhi spenti ti seguono in ogni tuo movimento. Ma Zero ha un antidito per non morire soffocato in una realtà che gli sta stretta come un cappio al collo: si chiama rap, e da sempre è la musica dei bassifondi, delle periferie, la colonna sonora di esistenze ai margini, cariche di disagio e rabbia. La sua passione s’infiamma nel 2003, quando sugli schermi di Mtv imperversano the Slim Shady e Tupac. È un illuminazione. Ma guardare i video dei suoi beniamini preferiti non basta. Quella musica gli scorre nelle vene, inarrestabile, e presto lo trascina in studio. Francesco muove i suoi primi passi in una provincia da sempre refrattaria alle innovazioni, sia stilistiche che musicali. Ma lui non si rassegna, e nascono sempre nel 2003 le prime registrazioni nel NomiaStudio che lo portano a stringere rapporti con altri musicisti casertani e a classificarsi terzo in assoluto, nel 2007, all’Hip Hop MEI, il meeting delle etichette indipendenti che si svolge a Faenza. Ovviamente Zero non si accontenta. E ci riprova. Sempre al MEI, nel 2008, Francesco riesce a vincere a pari merito col partenopeo Darione, l’ambito titolo di miglior emergente grazie alle nomination di Basement, La Grande Onda (Piotta) e Groove. Ormai è solo questione di tempo. Ed infatti, dopo dodici mesi, ad inizio 2009 Francesco incide “La coscienza di zero”, completamente autoprodotto e autodistribuito dall’autore e dalla Murdhouse, collettivo indipendente di musicisti dell’entroterra Casertano. Quattordici tracce, sapientemente mixate nel NomiaStudio di Donato Cutolo, produttore già impegnato con artisti del calibro di 24Grana e Meg. Cinquecento copie presto sold out. Motivo di tale successo? Come scrivono i rappresentanti della piccola casa di produzioni: “Definire Zero unicamente rapper sarebbe davvero riduttivo; piuttosto, si può identificarlo come un poeta contemporaneo, capace di disegnare tele di cruda vita quotidiana o di esperienze oniriche, di sogno di riscatto, di semplice umanità, in un luogo dove vivere ogni giorno diventa un’impresa. Zero riesce a forgiare un linguaggio, che pur fortemente radicato alla sua terra, risulta del tutto comprensibile e comunicativo su scala nazionale, riuscendo a dribblare l’ovvio cliché dei lavori che restano rinchiusi in un ristretto confine geografico”.

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