“Strade da Amare”, al via il progetto di educazione stradale

di Redazione

Arcangela Del PreteORTA DI ATELLA. Giovedì 25 novembre nella scuola secondaria di primo grado “Stanzione” di Orta di Atella si è tenuto il convegno di avvio al progetto di educazione stradale: “Strade da Amare”, …

… nato dalla collaborazione tra la Direzione generale territoriale per il Centro Sud, il Ministero delle Infrastrutture e la Direzione Scolastica Regionale. Tale progetto, di cui la “Stanzione” è la scuola capofila, coinvolge la scuola primaria di Orta di Atella, l’Istituto Comprensivo di Sant’Arpino, l’Istituto Comprensivo di Gricignano, il Liceo Scientifico di Aversa e quello di Marcianise. All’incontro-seminario, tenuto dalle più alte professionalità della Motorizzazione Civile e del Ministero come il dottor Ciro Romano, coordinatore del progetto, l’ingegner Vincenzo Taddeo, l’ingegner Maurizio Grandoni, l’ingegner Emilio Bizzarri, l’avvocato Rosa Casillo, hanno partecipato docenti, alunni e genitori che, al termine dei lavori, hanno espresso viva approvazione e compiacimento nei confronti di tutte le istituzioni coinvolte nel progetto e, in particolare, per la scuola che, nonostante le tante difficoltà con cui deve quotidianamente confrontarsi, riesce sempre a trovare spazi e risorse per l’impegno civile.

“La scuola – ha affermato la dirigente Arcangelo Del Prete nel discorso di apertura dei lavori – palestra di vita, tesa a forgiare l’uomo e il cittadino, ha il dovere etico e istituzionale, soprattutto nel nostro territorio, di adoperarsi al massimo delle sue possibilità per favorire il successo di queste importanti iniziative di educazione alla legalità. L’affermazione di una cultura della legalità è la vera sfida politica che la scuola oggi deve fronteggiare nell’interesse della sicurezza e del progresso sociale e morale della nostra comunità, ma che non può vincere senza il coinvolgimento e la collaborazione delle famiglie e soprattutto senza il costante supporto delle istituzioni civili sensibili e attente alle problematiche sociali; infatti, solo con una vera e propria alleanza educativa tra Enti Statali, Enti locali, Scuola, Chiesa e forze sane del territorio si potranno fronteggiare gli emergenti problemi ancora irrisolti, ma improcrastinabili: altrimenti, veramente poco si potrà fare per il futuro dei nostri figli. E’ un dovere che io avverto non solo come Dirigente di un’istituzione educativa ma anche come cittadina. Gli odierni scenari della cronaca ci mostrano, infatti, molti, troppo esempi di cieca violenza, di ottuso vandalismo e di brutale prevaricazione di cui si rendono colpevoli gli adolescenti. La scuola costituisce un osservatorio privilegiato per tastare il grado di benessere o di malessere in cui versa la nostra gioventù. Tutti noi che operiamo all’interno di essa, a contatto quotidiano con alunni ormai adolescenti, percepiamo l’aggravarsi del fenomeno che vede di anno in anno interessati un numero sempre maggiore di ragazzi.  Alla base di questi fenomeni c’è il diffuso senso di smarrimento dei nostri ragazzi, la mancanza di riferimenti positivi prodotta dalla triste e squallida concomitanza tra i tanti “buoni proclami” e i continui cattivi esempi che provengono da tutti i settori della società, fino ai vertici della classe dirigente. E’ necessario, pertanto, recuperare, nei nostri figli, la fiducia nelle istituzioni attraverso attività di formazione civile che le vedono dirette protagoniste, in difesa del loro benessere e della serenità del loro futuro. Lo scopo principale del progetto, dunque, al di là della semplice educazione stradale, è quello di promuovere nei giovani, partendo proprio dal loro vissuto e dalle tante problematiche che caratterizzano il loro ambiente di vita, la formazione di una coscienza sociale e culturale che punti alla interiorizzazione di uno stile di vita fondato rispetto di sé e degli altri. Ciò sarà possibile solo attraverso la maturazione di un atteggiamento positivo verso le istituzioni, presentando l’azione delle persone preposte al controllo e all’applicazione del Codice della strada, non esclusivamente sotto un’ottica repressiva o punitiva, ma anche come motivata dal dovere di tutela dei diritti di tutti a salvaguardia dell’incolumità fisica propria e altrui. Si verrà, dunque, a realizzare quello che è l’obiettivo finale di ogni progetto di legalità: la formazione di una sensibilità sociale e della volontà di partecipazione attiva e positiva alla vita della comunità di appartenenza. L’ambiente dove concretamente si sperimenta la compiutezza di questa partecipazione è proprio la strada, perché nella strada più che altrove abbiamo la possibilità mettere alla prova il senso civico raggiunto dalla collettività, la qualità della nostra interazione con l’ambiente circostante e con i nostri simili. E’ giusto che i nostri futuri cittadini si riapproprino della strada, storicamente intesa come luogo privilegiato di incontro, di confronto, di dialogo, di crescita. Oggi, purtroppo, soprattutto nel nostro territorio, ha perso tale prerogativa diventando un luogo da temere e da odiare, piuttosto che da amare. E’ un impegno lungo e difficile ma come educatori e come cittadini abbiamo il dovere di non rinunciare mai a crederci, e credere significa agire attraverso l’esempio. Per questo, il progetto ‘Strade da Amare’, come sempre ripeto, non può considerarsi concluso con la consegna dei lavori, ma si perpetua nei comportamenti sociali positivi di tutti coloro che hanno veramente a cuore la sicurezza dei giovani e il progresso civile e morale della propria comunità”.

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