Wikileaks. Pdl: “Terrorismo mediatico”. Idv: “Di cosa si ha paura?”

di Redazione

Julian Assange, fondatore di WikileaksROMA. In attesa della pubblicazione dei documenti riservati Usa da parte di Wikileaks, prevista per domenica alle 22.30, in Italia sale la tensione negli ambienti politici, col Pdl che parla di “terrorismo mediatico” e l’Italia dei Valori che chiede a Berlusconi di quali “scottanti rivelazioni” abbia paura.

“Se risultasse vera la fuga di documenti riservati di qualità significativa e di quantità molto rilevante, ciò metterebbe in evidenza che il sistema americano rivelerebbe incredibili elementi di crisi – dice Fabrizio Cicchitto, presidente del Pdl alla Camera. In ogni caso è evidente che la stessa nozione di terrorismo viene ad avere una accezione molto più vasta di quella tradizionale. È evidente che esiste un terrorismo mediatico che per certi aspetti può essere molto più efficace di quello tradizionale. In Italia questo tipo moderno e sofisticato di terrorismo è ormai in atto da qualche tempo e ha accentuato la sua aggressività in questo periodo”.

FRATTINI. Della questione è tornato a parlare anche il ministro degli Esteri Franco Frattini, che nei giorni scorsi aveva indicato la possibile esistenza di una “strategia” per danneggiare l’immagine dell’Italia sul piano internazionale, per poi chiarire che il governo non pensa ad alcun “complotto”.”La mia preoccupazione è per l’Italia e non per una parte politica. – ha chiarito Frattini in un’intervista al Tg2 – Certamente ci sarà qualcosa che riguarda l’Italia, non necessariamente questo governo. Si parla di notizie che iniziano dal 2006, quando il governo era un altro. Dovremmo non commentare queste notizie, perché sono frutto di un’attività criminale che Š stata perseguita penalmente in almeno 10 Paesi nel mondo tra cui gli Stati Uniti e mi auguro che anche la magistratura italiana valuti l’ipotesi di reato”. Il ministro poi ha sottolineato che nei confronti dell’Italia “certamente non ci sono complotti o strategie disegnate a tavolino, ma c’è l’enfatizzazione di notizie che oggettivamente sono dannose”. L’Italia, ha assicurato, “non diminuirà certo la sua amicizia per gli Stati Uniti”. In un’intervista al Corriere della Sera, Frattini ha detto di aspettarsi che anche le forze di opposizione si astengano dal commentare le rivelazioni di Wikileaks: “Credo che il Pd e l’Udc, le opposizioni responsabili, lo faranno. Francamente mi aspetto meno dalle altre”.

LA RUSSA-CALDEROLI. Anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa non crede a “un grande vecchio che si sieda la notte a complottare contro l’Italia”. Quella in corso, dice, “è una somma di atteggiamenti che hanno come obiettivo danneggiare il governo Berlusconi infischiandosene se questo porta danni a tutta l’Italia”. Non è preoccupato il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, coordinatore leghista: “Se le rivelazioni ci saranno, riguarderanno tutti i Paesi e probabilmente a subirne l’impatto maggiore saranno gli Stati Uniti”. Calderoli non crede alla teoria del complotto: “Faccio fatica a immaginare l’esistenza di un burattinaio, di un grande vecchio che tira le fila. Certamente, questa vicenda, insieme alle altre, verranno usate in maniera strumentale da chi vuole un governo diverso da quello attuale senza passare attraverso le urne”. Dal canto suo il ministro del Welfare Maurizio Sacconi sottolinea che “gli Stati vivono anche di doverosa riservatezza dei loro atti interni. Occorre una maggiore tutela”.

OPPOSIZIONE. Ettore Rosato, deputato del Pd e membro del Copasir, risponde all’invito di Frattini: “Da parte del Pd non c’è mai stata nè mai ci sarà alcuna strumentalizzazione dei fatti, tanto più se questo può nuocere al nostro Paese. Più che astenerci dai commenti, vogliamo capirne origine e significato”. Poi una critica all’esecutivo: “Ricordo che è stato il governo a lanciare un grande allarme nel Paese richiamando fatti e personaggi completamente slegati tra loro”. Duro il commento dell’Italia dei Valori: “L’idea che possa esistere un complotto contro l’Italia o che si arrivi addirittura a parlare di terrorismo mediatico è semplicemente ridicola. – afferma il portavoce Leoluca Orlando – Il governo ci dica di cosa ha paura e quali scomode e scottanti verità teme che possano emergere dalla pubblicazione dei documenti. Noi abbiamo sempre chiesto quali affari ci fossero dietro i rapporti di amicizia tra Berlusconi e Putin e tra Berlusconi e Gheddafi”. Attacca anche Francesco Rutelli, leader dell’Api: “L’Italia in questi anni ha smesso di essere un punto di solidità ed è diventata un problema. Alcune scelte del premier ci hanno isolato a fatto perdere amici antichi e ci hanno fatto aprire la porta a Gheddafi e altri interlocutori scomodi”.

IL CASO. Intanto, la Casa Bianca, i governi internazionali e le redazioni dei giornali di tutto il mondo attendono le ultime rivelazioni del sito di Julian Assange, specializzato nel pubblicare documenti riservati dai server dell’Amministrazione americana, probabilmente grazie all’aiuto di Bradley Manning, analista dei servizi, ora agli arresti. Dopo i brogliacci della guerra in Afghanistan, il sito ha annunciato di avere in mano 250mila documenti giunti, tra il 2006 e il 2009, al Dipartimento di Stato dalle ambasciate americane di tutto il mondo. I documenti sono stati girati al New York Times, al britannico Guardian e al tedesco Spiegel.

HILLARY CLINTON CHIAMA LE DIPLOMAZIE. Il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha telefonato ai ministri degli esteri dei paesi alleati per avvertire che i documenti, nonostante non siano “top secret”, potrebbero causare “imbarazzi” diplomatici. Per quanto riguarda l’Italia, il dossier potrebbe contenere critiche alla politica estera del governo Prodi e dell’allora ministro degli esteri Massimo D’Alema, e riguardare episodi come la liberazione del giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo, sequestrato dai talebani, il rapimento dell’imam Abu Omar, la morte del dirigente del Sismi Nicola Calipari.O ancora: i rapporti tra il governo Berlusconi e quello russo di Putin, forse in tema di forniture di gas, e qualche giudizio sulle vicende private del premier italiano.

DIPARTIMENTO USA AD ASSANGE: “VITE A RISCHIO”. Il consigliere giuridico del Dipartimento di Stato, Harold Koh, ha scritto sabato proprio ad Assange, spiegando che l’imminente pubblicazione – preannunciata per stasera – di circa 250 mila documenti diplomatici americani “minaccia le vite di attivisti per i diritti umani, giornalisti e soldati e minaccia operazioni internazionali in corso per contrastare la proliferazione nucleare e il terrorismo”. A sostenerlo è l’autorevole sito americano Politico.com, che ha avuto visione delle missiva. “Malgrado il suo asserito desiderio di proteggere quelle vite – scrive Koh ad Assange – lei ha fatto il contrario e messo in pericolo innumerevoli persone”. “Le ha reso vano il suo asserito obiettivo – prosegue il testo – distribuendo ampiamente questo materiale grezzo, senza riguardo per la sicurezza e la sacralità delle vite che la sua azione mette in pericolo”. La lettera di Koh – afferma il Dipartimento di Stato, secondo quanto riferisce Politico.com – giunge in risposta a una lettera scritta da Assange allo stesso Dipartimento venerdì scorso, in cui il fondatore di Wikileaks chiede chi sarebbe danneggiato dalla pubblicazione dei documenti.

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