Scuola, blitz degli studenti al Senato. Gelmini: “Difendono i baroni”

di Redazione

 ROMA. Un gruppo di studenti ha fatto irruzione nell’ingresso di palazzo Madama, sede del Senato,lanciando fumogeni euova, al grido “dimissioni, dimissioni”.

Poi sono stati allontanati dalle forze dell’ordine, che hanno chiuso il portone del Senato e difeso l’area in tenuta antisommossa. Durante l’invasione dell’atrio un funzionario di polizia ha accusato un malore, ma si è subito ripreso,mentre i ragazzi sono stati trascinati e respinti all’esterno.

L’episodio avviene durante la giornata in cui a Roma scendono in piazza gli studenti dei licei occupati per protestare contro il decreto Gelmini, in discussione nell’aula della Camera e ormai ad un passo dall’approvazione. Circa duecento gli studenti che davanti alla Camera hanno intonato cori di protesta. Con loro diversi professori e ricercatori riuniti nelle sigle di Flc-Cgil, Unione degli universitari, Studenti democratici del Lazio.

Un corteo di 200 studenti dei licei Tasso e Virgilio, partiti in mattinata in corteo dall’istituto di via Giulia, ha cercato di raggiungere Palazzo Grazioli, sede della residenza romana di Silvio Berlusconi, ma sono stati bloccati in piazza dalla polizia schierata in assetto antisommossa. Quindi il corteo si è diviso in due tronconi. Uno, il più folto, si dirige verso Montecitorio. L’altro, formato da una cinquantina di studenti delle scuole medie, si è spostato verso largo Argentina. E proprio tra piazza del Gesù e largo Argentina i manifestanti si sono seduti per terra cercando di bloccare il traffico.Si è mosso anche un corteo spontaneo di studenti dei licei Tacito e Talete (il primo ha disoccupato lunedì, il secondo tuttora occupato) che ha attraversato il quartiere Prati, il lungotevere ed è infine giunto al liceo Virgilio, in via Giulia, dove in tanti si sono concentrati per dare vita a un corteo.

Intanto, prosegue l’occupazione di ricercatori e studenti che da ieri sono sul tetto della facoltà di Architettura in piazza Borghese a Roma. Da loro si è recato il segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani.

“Gli studenti che contestano le riforme del governo rischiano di difendere i baroni, i privilegi e lo status quo. Alcuni studenti vengono strumentalizzati da esponenti politici della sinistra che oggi hanno deciso di inscenare una sceneggiata sui tetti delle università”. Così in una nota il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, commentando le mobilitazioni e le contestazioni messe in scena oggi dagli studenti contro il decreto di riforma dell’università. “Bersani – prosegue poi la Gelmini – in questo modo dimostra poco rispettoso nei confronti dell’Aula che in queste ore sta discutendo una riforma che rivoluziona l’università italiana. Ai leader della sinistra dico che non basta salire un’ora sul tetto per far dimenticare come la sinistra ha ridotto l’università pubblica in Italia. Per anni la sinistra ha impedito, per motivi culturali, che nelle università venisse premiato il merito. Sono stati umiliati i migliori per promuovere parenti e amici. E’ da respingere – conclude il ministro dell’istruzione– il tentativo maldestro di alcuni di addebitare al governo o ai tagli l’inefficienza del sistema universitario. I soldi invece ci sono sempre stati, ma sono stati usati per moltiplicare posti, corsi di laurea inutili e sedi distaccate non necessarie”.

Il presidente del Senato Renato Schifani ha sentito telefonicamente il ministro dell’Interno Roberto Maroni, dopo il blitz degli studenti a Palazzo Madama. Parlando con i cronisti ha risposto a una domanda su cosa non abbia funzionato nel sistema di sicurezza, visto che i manifestanti sono riusciti ad arrivare alla porta del palazzo. “È un quesito che ci stiamo ponendo – ha detto – una domanda che ho posto alle nostre strutture: è stata una coda del grande corteo che si è staccata dal percorso previsto. Ho sentito il ministro degli Interni che ha garantito che si attiverà immediatamente per l’esame dell’accaduto e per evitare in futuro fatti del genere”.

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