Ruby festeggia in discoteca mentre incalza la polemica

di Redazione

RubyMILANO. “Da Catania mi hanno proposto di fare l’insegnante di danza del ventre in una palestra. Non ho fatto un corso, credo di averla nel sangue la danza. L’ho imparata da mia madre che è di origini marocchine e non egiziane, come qualcuno ha detto”.

Karima El Mahroug, in arte “Ruby Rubacuori”, relega ad una battuta la famosa telefonata alla questura di Milano, quando il premier Silvio Berlusconi disse che era la nipote del presidente egiziano Mubarak. Ruby scherza e racconta, con una cronista di origini siciliane accenna una battuta in dialetto, mentre il buttafuori del ristorante sul mare Albikokka, dove è stata la guest star della festa per i cinque anni del locale, non la perde di vista un secondo. “Mi piacerebbe tornare in Sicilia – racconta, fasciata dal suo abito turchese Yves Saint-Lauren – non è vero che sono scappata da lì. Ma per una ragazzina, Milano è come l’America per gli immigrati degli anni Sessanta. Solo che una volta che ci vivi, ti rendi conto che non è tutto oro quello che luccica. A Milano esistono solo le grandi marche, l’apparenza, invece a Catania ti diverti con una pizzetta e una birra”.

Arrivata a bordo di una fiammante Ferrari rossa, Karimaha trascorso la sua serataal tavolo con alcuni giornalisti e con uno dei proprietari del locale. Tra un risotto all’astice e aragosta. “E’ stata una serata tranquilla – prosegue – abbiamo parlato di tutto tranne che dei discorsi su Berlusconi. Avevo bisogno di un po’ di tranquillità, dopo tutte le cattiverie scritte in questi giorni”.

Intanto, continua lo scontro sul caso Ruby. Al pm del Tribunale dei minori di Milano Anna Maria Fiorillo che aveva smentito la ricostruzione dei fatti resa in Aula dal ministro dell’Interno Roberto Maroni,quest’ultimo risponde annunciando una querela. Secondo Maroni le dichiarazioni del magistrato sarebbero diffamatorie. “E’ come la ciliegina sulla torta”, commenta la Fiorillo. “Finalmente potrò dire in veste di indagata quello che ho sentito al mio telefono quella notte. Non sono ancora riuscita a esprimere in modo corretto quello che è accaduto”.

In due interviste a Repubblica e al Messaggero e in un colloquio con il Corriere della Sera, il pm dei minori di Milano, che mercoledì 10 novembre ha presentato un ricorso al Csm chiedendo un chiarimento sulle dichiarazioni di Maroni e del procuratore Bruti Liberati, aveva già ribadito di non avere mai autorizzato l’affidamento di Ruby alla consigliera regionale del Pdl Nicole Minetti, e aveva ricostruito con la sua versione quanto accaduto nella notte tra il 27 e il 28 maggio: “Quello che ha dichiarato in aula Maroni non mi va giù. Non mi è sembrato possibile che un ministro vada in Parlamento a dire queste cose. Io che ero là non posso permetterlo”.

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