Napolitano: “Gravi incertezze politiche, ma sono fiducioso negli italiani”

di Redazione

Giorgio NapolitanoROMA. L’Italia sta vivendo un momento di “gravi fibrillazioni e incertezze politiche”, ma grazie al “senso della missione” e alla “operosità che guida un gran numero di italiani”, è possibile “guardare con fiducia al futuro”.

E’ questo il messaggio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con cui ha concluso la cerimonia al Quirinale per la Giornata per la ricerca sul cancro. “Sappiamo tutti, e io ne sono ancor più consapevole, – ha aggiunto Napolitano – di quali gravi fibrillazioni e incertezze politiche e istituzionali il Paese stia soffrendo. Ma ci conforta e ci dà fiducia il fatto che molti italiani portino avanti con fermezza e continuità il loro impegno”. “Ci conforta e ci dà fiducia il fatto che fondazioni e associazioni”, come Airc e Firc, “studiosi, ricercatori e in special modo giovani ricercatori, operatori della sanità a ogni livello e anche in divisa di ministro” portino avanti “con fermezza e con continuità la loro missione”. È proprio questa missione “e l’operosità che guidano in molti campi, quotidianamente, un gran numero di italiani, persone e soggetti collettivi, a essere una garanzia di vitalità e di coesione della nostra nazione” ha concluso il capo dello Stato.

In precedenza il capo dello Stato in un’intervista al settimanale del Tg1 TV7 aveva riassunto il senso delle tappe del suo recente viaggio in Cina e ne aveva approfittato per rinnovare l’appello all’unità del Paese: “La crescita cinese non mette in crisi lo sviluppo italiano purchè lo sviluppo italiano si porti a livelli più avanzati, purchè noi riusciamo a produrre, ad offrire beni a più alto contenuto tecnologico e a più alto valore aggiunto, e questo lo dobbiamo fare noi. Perciò ci vuole un’Italia che funzioni come sistema paese e ci vuole molto il senso della responsabilità comune. Questo poi è il mio dovere principale, e lo faccio dovunque vado: dobbiamo esprimere dinanzi al mondo un’immagine unitaria dell’Italia. L’Italia come nazione, l’Italia come Stato, deve presentare una sua fisionomia che non dia adito a dubbi sulla sua tenuta e sulla sua stabilità”.

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