Lombardo: “Mai preso soldi dalla mafia”

di Redazione

Raffaele LombardoPALERMO. “Non ho mai preso soldi dalla mafia per finanziare una campagna elettorale. La mafia i soldi li prende, non li dà”.

Raffaele Lombardo convoca una conferenza stampa a palazzo D’Orleans, sede della Regione, per dire la sua a proposito dell’inchiesta di Catania in cui è coinvolto. “Si vuole far cadere il governo regionale – attacca il governatore siciliano – si vuole punire l’Mpa, che non è alleato con il premier. Si vuole fare prevalere la parte politica a me avversa”.

Lombardo ha negato di essere mai stato a casa di Rosario Di Dio, il boss catanese cui secondo alcune notizie avrebbe chiesto appoggio elettorale. “Per quanto riguarda Di Dio – afferma – è un consigliere comunale e assessore, per qualche mese sindaco del Comune di Castel di Iudica in provincia di Catania a cavallo tra il ’91 e il ’92. Lo incontro in quanto assessore agli Enti Locali e come altri sindaci veniva a sollecitare misure per lo sblocco di concorsi fermi da 5-6 anni. Certamente conobbi in quelle settimane in relazione a questo fatto il signor di Di Dio. A casa sua? Non no nemmeno dove abita. Perché avrei dovuto andarci a casa?”. Il governatore continua: “Di Dio diventa titolare di un distributore sulla Catania-Gela, molto frequentato perché c’è anche un bar aperto 24 ore su 24. Lì ho incontrato spesso chi stava alla cassa, quando pagavo il caffè. Compreso Di Dio”.

“In questa inchiesta ci sono capi di Cosa Nostra, loro adepti, c’è di tutto – dichiara Lombardo – ma il condannato è il presidente della Regione. Non c’è stata nessuna sentenza definitiva, la pubblica accusa ha detto che non c’è nessuna iniziativa processuale rispetto a intercettazioni, chiacchiere, persone che chiacchierano. Questa sentenza non la emette la Cassazione, né la Corte di appello, né la pubblica accusa, e però c’è un’informativa di polizia giudiziaria sulla cui base inizia un processo mediatico, su cui si impegnano i giornali e i mezzi di comunicazione, come il Tg1 che mi ha dedicato cinque servizi in 10 giorni, o i settimanali”.

“Ho chiesto alla Procura di Catania più volte di essere sentito – ha affermato Lombardo – ho rinnovato nei giorni scorsi questa istanza non per essere sentito, ma per essere interrogato e rispondere anche se sono consapevole che questo avrebbe comportato un avviso di garanzia. Mi si è scritto che non era il momento, per cui ci si incontra oggi. In verità la Procura a proposito di questa vicenda si è espressa più volte, con documenti che sono nella disponibilità di tutti. Lo ha fatto il 29 marzo scorso allorché si lesse di questa indagine e nella nota ha affermato che ‘la propalazione di queste notizie ha quasi sempre una matrice politica, pubblicazione determinata da interesse e contrapposizioni di natura politica'”.

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