Casini: “Governo d’armistizio”. Maroni: “Chi perde sta all’opposizione”

di Redazione

Pier Ferdinando CasiniMILANO.“Se vogliono cambiare ci siederemo al tavolo, ma ci aspettiamo fatti. La condizione è che si cambi davvero: non ci piace la Lega e non ci fidiamo delle promesse di Berlusconi”.

Lo ha detto il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, all’assemblea nazionale del partito. “Non possiamo consentirci di stare in riva al fiume, – ha aggiunto Casini – perché il cadavere che vedremo passare non è quello di Berlusconi, ma quello del Paese. Non abbiamo fretta di andare a governare: se siamo stati all’opposizione per due anni è perché non condividiamo la politica degli spot. Serve un governo di armistizio, di responsabilità e di solidarietà nazionale. Per tre-quattro anni bisognerebbe non pensare a chi vince le elezioni, ma governare facendo anche scelte impopolari”.”Dopo due anni e mezzo e dopo essere partito con 100 parlamentari di maggioranza, Berlusconi rischia la stessa strada di Prodi” ha detto Casini parlando degli scenari possibili dopo il voto di fiducia di dicembre.

“NUOVO POLO”.Casini ha invitato tutti “a non parlare di terzo polo ma di nuovo polo. Chi ci aveva detto che la soluzione era il bipolarismo e poi addirittura il bipartitismo è stato smentito dai fatti”. Il problema che si porrà dopo il voto di fiducia di dicembre, ha detto Casini ribadendo la necessità di cambiare la legge elettorale, “è che questo meccanismo politico e istituzionale non sta in piedi, costruisce armate che vincono e elezioni e il giorno successivo non riescono a governare”.

FEDERALISMO “SPOT PIENO DI CONTRADDIZIONI”. “Quando un ministro ci spiega di non essere in grado di quantificare i costi del federalismo – dice Casini – vuol dire che non stiamo parlando di nulla. È uno spot che rischia di accentuare ancora di più le difficoltà del Paese ed è pieno di contraddizioni. Noi passiamo per essere il partito antifederalista, ma invece noi siamo figli dell’esperienza di Sturzo, che è stato l’inventore delle autonomie locali”. Secondo Casini, per essere valido un progetto federalista “dovrebbe essere costruito senza moltiplicare i livelli di governo: il governo si è dimenticato di abolire le Province, come aveva promesso, e cosa aspettiamo a fare dei consorzi tra i Comuni più piccoli?”. Perché il federalismo funzioni, ha detto ancora Casini, “bisogna abolire i livelli intermedi di governo, il progetto dev’essere imperniato sulla vitalità dei comuni e non può essere un centralismo regionale, e serve la liberalizzazione dei servizi pubblici locali”. Casini ha anche parlato del meridione spiegando che “se la classe dirigente del sud vuole essere credibile deve fare autocritica sugli episodi che hanno corrotto alcuni politici meridionali e umiliato i cittadini. Una classe dirigente – ha concluso in riferimento all’emergenza rifiuti di Napoli – che non è stata capace di imporre la raccolta differenziata e gli impianti va mandata a casa, che sia di destra, di sinistra o di centro”.

“LE INDAGINI LE FANNO I PM, NON I MINISTRI”.Casini ha stigmatizzato la “delegittimazione dei magistrati” e, rivolgendosi al ministro dell’Interno Maroni in riferimento alle ultime operazioni contro la malavita organizzata, ha detto che “dobbiamo inchinarci davanti ai poliziotti, ai carabinieri e ai finanzieri ma anche ai magistrati, perché le indagini le fanno loro, non è che le fanno i ministri”. Casini ha spiegato che il bersaglio non è il ministro, “che stimo e a cui diciamo buon lavoro”, ma la delegittimazione della magistratura per la quale “se tutti finiscono per credersi dei Berluschini o dei piccoli Berlusconi e si dichiarano vittime della giustizia anche quando sono presi con la mazzetta in mano, allora non è più credibile niente”.

MARONI: “CHI VINCE GOVERNA, CHI PERDE STA ALL’OPPOSIZIONE”.Il principio illustrato dal ministroRoberto Maroni, ospitead In Mezz’ora,è chiaro: “Io sono favorevole ai sani e saldi principi della democrazia – dice Maroni – chi vince le elezioni governa, chi perde sta all’opposizione. Noi l’abbiamo già detto di essere contrari ad un rimpasto con Casini”. Il titolare del Viminale ha anche parlato del prossimo voto di fiducia in programma il 14 dicembre. “Mi auguro che il governo la otterrà. – sottolinea – So che la Lega sarà compatta e però sul Pdl non sono in grado di fare previsioni”. “Abbiamo già avvertito Berlusconi – conclude – che non è sufficiente una maggioranza di due, tre persone perché poi tutti i giorni dobbiamo rimanere appesi a queste due tre persone. Se non c’e’ una maggioranza che ci consenta di lavorare, se ci sono pochi voti di scarto, bisogna tornare a votare. Non vogliamo fare la fine del governo Prodi”.

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