4 Novembre, Napolitano: “Diamo significato al sacrificio dei nostri soldati”

di Redazione

Giorgio NapolitanoROMA. “L’intervento italiano in Afghanistan si realizza nel pieno rispetto dei principi e delle circostanze stabiliti dall’articolo 11 della nostra Costituzione”.Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, celebrando al Quirinale la Giornata delle forze armate.

“Le dolorosissime perdite di giovani vite che abbiamo dovuto sopportare al pari di tutti i grandi Paesi partecipanti alla missione – ha aggiunto il capo dello Stato – ci inducono non a desistere, ma a persistere nel nostro impegno, a moltiplicare i nostri sforzi per onorare quei ragazzi e dare il significato più alto al loro sacrificio raccogliendone i frutti. Siamo in Afghanistan non per recare offesa alla libertà di un altro popolo, né per risolvere con la guerra una controversia, ma per rispondere all’appello di quelle organizzazioni internazionali impegnate ad assicurare la pace e la giustizia tra le nazioni cui la Costituzione fa esplicito riferimento”.

Napolitano ha richiamato il dovere, al quale nessun Paese libero e democratico può sottrarsi, di contribuire alla stabilità e alla sicurezza internazionali che “sono beni pubblici comuni a tutti; che le forze armate italiane sono in Afghanistan insieme a quelle di altri 47 Stati nel quadro dell’intervento messo in campo dall’Onu, dall’Alleanza Atlantica, dall’Unione europea e sulla base di una concertazione con le autorità afghane democraticamente elette. Dunque, ha concluso, “ci sono prove inconfutabili della legittimità e della valenza del nostro impegno”.

Il presidente ha poi indicato le forze armate “come struttura portante insieme ad altre dello Stato democratico unitario nato 150 anni fa che deve restare, sulla base dei principi e delle istituzioni di cui la Costituzione repubblicana ci ha offerto il compiuto disegno, punto di riferimento e di continuità per tutti i cittadini al di là di ogni tensione politica e di ogni fase critica”.

In mattinata, Napolitano ha deposto una corona d’alloro all’Altare della Patria e ha osservato un minuto di raccoglimento sulle note del “Silenzio”. Ad attendere il capo dello Stato, accolto dall’Inno d’Italia e giunto all’Altare della Patria con il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, le alte alte cariche dello Stato: oltre al presidente del Senato Renato Schifani, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante. Presenti anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno, la presidente della Regione Lazio Renata Polverini, il comandante dell’Arma dei carabinieri generale Leonardo Gallitelli, il capo della Polizia prefetto Antonio Manganelli, il questore di Roma Francesco Tagliente.

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