Falsi sinistri stradali, 11 denunce. Indagine partita da Villa di Briano

di Nicola Rosselli

carabinieriVILLA DI BRIANO. Ancora truffe alle assicurazioni nell’agro aversano. Questa volta denunciavano sinistri stradali falsi, incassandone anche i relativi risarcimenti, a nome e all’insaputa di un malcapitato trentaseienne, di Villa di Briano.

Undici persone, tutte incensurate, provenienti da alcuni comuni della zona settentrionale della provincia di Napoli e dall’agro aversano sono state denunziate dai carabinieri della stazione di Frignano e del reparto territoriale di Aversa per truffa continuata in concorso tra loro nei confronti di alcune società di assicurazioni. La vicenda, così come ricostruita dai carabinieri, ha avuto inizio con la denunzia querela proposta da R.C., 36 anni, di Villa di Briano, incensurato, che si è visto recapitare presso la propria abitazione una lettera con la quale la sua compagnia di assicurazione disdettava la polizza in corso con una motivazione che lo faceva letteralmente sobbalzare: aver denunziato nel triennio che va dall’anno 2007 al 2009 una molteplicità di sinistri stradali, per cui era considerato un cliente non gradito.

L’uomo, che non era mai stato coinvolto in un incidente stradale, è caduto dalle nuvole e, dopo lo stupore iniziale, ha chiesto spiegazioni al proprio agente che lo ha informato della circostanza che lo vedeva coinvolto in una serie di sinistri, più di una decina, tutti conclusisi con la liquidazione del danno alla controparte con somme che vanno dai duemila ai quattromila euro. Immediato, a questo punto, il ricorso del malcapitato ai carabinieri della stazione competente per territorio, quella di Frignano. Ed altrettanto immediate sono state le indagini, seppure laboriose, svolte dai militari che hanno faticato non poco per venire a capo di una quindicina di sinistri, tutti denunziati a nome di R.C. che, invece, era completamente all’oscuro di ogni cosa.

I militari, nel corso delle indagini i cui risultati sono ora all’esame dei magistrati del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sono stati costretti a recuperare, presso diverse compagnie di assicurazioni, le pratiche relative al malcapitato. Hanno, poi, vagliato i singoli atti in essa contenuti per verificarne la veridicità. In pratica, secondo quanto i carabinieri aversani avrebbero scritto nel rapporto inviato ai giudici sammaritani, tutti gli atti erano inventati di sana pianta e supportati anche da false attestazioni medico-sanitarie.

Al momento il danno emerso si aggirerebbe fra i trenta e i quarantamila euro. Ma questa potrebbe essere solo la punta dell’iceberg di una più complessa macchinazione truffaldina che potrebbe vedere coinvolte un numero molto più cospicuo di persone con somme truffate molto più elevate.

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