Camorra, colpito il clan Zagaria: sequestrati beni per 3,5 milioni

di Redazione

Michele ZagariaVincenzo ZagariaCASAPESENNA. L’arresto eccellentedel superboss Antonio Iovine non ferma l’offensiva dello Stato contro il clan dei Casalesi.

Nella mattinata di giovedì, gli uomini della Dia di Napoli hanno sequestrato beni mobili e immobili, per un valore di circa 3,5 milioni di euro, al clan Zagaria, capeggiato dal latitanteMichele Zagaria.

I beni sono riconducibili, infatti, ai cugini del boss: Raffaele e Guido Zagaria, di 55 e 45 anni, di Casapesenna, comune poco distante da Casal di Principe. Il provvedimento è stato adottato dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su proposta del direttore della Direzione investigativa antimafia, diretta dal generale dei carabinieri Antonio Girone.

Entrambisono ritenuti elementi storici della criminalità organizzata del casertano.Insieme, con l’altro fratello Vincenzo Zagaria, allora militanti nella “Nuova Famiglia” (sodalizio che si contrappose alla Nco di Raffaele Cutolo), instaurarono un autentico clima di terrore e di omerta a Casapesenna favorendo le infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore pubblico e privato, condizionandone le scelte ed i programmi.

Raffaele e Guido Zagaria sioccupavano della gestione di tre lidi balneari sul litorale domizio e conducevano, su un terreno di loro proprietà, una fiorente attività di allevamento bufalino, per la produzione di latte da destinare alla caseificazione, nel quale sono state sequestrate diverse centinaia di capi. Guido Zagaria venne anche colpito da ordinanza di custodia cautelare, coinvolto nell’operazione Spartacus 2 e condannato nel 2004 per associazione camorristica. Tuttora è imputato in diversi procedimenti penali per reati di estorsione, truffa e riciclaggio e per associazione camorristica. Anche il fratello Raffaele è stato implicato in Spartacus 2 e tratto in arresto nell’ambito delle operazioni Spartacus 1 e Regi lagni ed è inquisito per associazione camorristica e tentato omicidio volontario. Inoltre, è imputato in diversi procedimenti penali per reati associativi e truffa.

Tra i beni sottoposti a sequestro ci sono l’intero capitale sociale della “Frine Snc” di Casapesenna, ubicata in via Raffaello 46; il “Lido Nettuno” sul litorale domizio e con sede sociale a Casapesenna alla via Raffaello 46;gli stabilimenti balneari “Lido Airone” e “Spiaggia del passerotto” in località Ischitella aCastel Volturno, un fondo a Giugliano in località “Arenata di Patria” di oltre 12mila metri quadrati con azienda bufalina e una ditta individuale diallevamento di bovini con sede sociale a Casapesenna alla quinta traversa di via Sant’Antonio.

Secondo quanto emerso dalle indagini, utilizzando l’arma della corruzione e dell’intimidazione e successivamente attraverso l’inserimento di propri uomini negli enti locali, si innestava un accordo trilaterale tra politici, imprenditori e camorra, che stravolgeva di conseguenza il meccanismo della libera concorrenza, attraverso gli illeciti patti sulla assegnazione degli appalti. I costi della corruzione venivano interamente scaricati sulla spesa pubblica.

Come riferito anche da collaboratori di giustizia, i fratelli destinatari della misura di prevenzione patrimoniale hanno svolto ruoli non di semplici prestanome, ma di elementi affidabili per compiti di stabile collaborazione nelle attività di gestione e di rappresentanza anche con esponenti del mondo imprenditoriale e della pubblica amministrazione.

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