Maroni: “Ora tocca a Zagaria e a Messina Denaro”

di Redazione

Roberto Maroni NAPOLI. Ed ora è il turno del capo di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro e dell’altrosuperlatitante dei Casalesi Michele Zagaria.

“Abbiamo arrestato 28 latitanti di massima pericolosità su 30. Restano liberi Denaro e Zagaria, ma il cerchio si sta stringendo, così come è avvenuto per Iovine”. Parole del ministro degli Interni RobertoMaroniche, il giorno dopo l’arresto clamoroso del “boss manager” dei Casalesi, Antonio Iovine alias “‘O Ninno”, arriva Napoli con il capo della polizia Antonio Manganelli ed il ministro della Giustizia Angelino Alfano, per complimentarsi con gli uomini della mobile e i magistrati che hanno messo la parola fine alla latitanza della primula rossa della camorra. Il titolare del Viminale parla anche dei maxi sequestri, effettuati giovedì mattina, di 200 milioni di euro in Calabria contro la ‘Ndrangheta e di 3,5 milioni di eurocontro il clan Zagaria a Casapesenna, nel casertano. “Questa – sottolinea il ministro – è l’antimafia dei fatti e dei risultati, a cui mi onoro di appartenere”.

PRESI 7MILA MAFIOSI. Maroni ha detto che sotto l’attuale governo di centrodestra sono stati arrestati 6.754 “mafiosi”, tra cui 28 latitanti di “massima pericolosità”, e che ora mancano all’arresto solo Messina Denaro e Zagaria. Il ministro ha poidiffuso un fascicolo contenente dati sulla lotta alla criminalità durante il governo Berlusconi da cui risulta che sono stati sequestrati o confiscati 35.601 beni per quasi 18 miliardi di euro. Secondo i dati del Viminale, gli arresti dei mafiosi durante il governo attuale sono superiori del 34% rispetto al periodo precedente (formula che sembra indicare i due anni di governo Prodi). Quelli di latitanti (410) ben del 51%, mentre per i beni sequestrati l’aumento è addirittura del 295%.

POLEMICA SAVIANO. E sulla polemica con Roberto Saviano sui presunti legami tra la ‘Ndrangheta e la Lega nel Nord Italia, Maroni durante la trasmissione “Matrix” si è dichiarato indignato per quelle che ha definito “infamie”, invitando tuttavia l’autore di “Gomorra” a “deporre le armi” e a “combattere insieme contro la criminalità”. Allo stesso tempo, Maroni non ha negato il fatto che le cosche abbiano le manisul Nord:”E’ una realtà purtroppo evidente, per questo abbiamo firmato dei protocolli d’intesa con gli industriali per scongiurare il pericolo”, ha detto.

MANGANELLI: “DISTRUGGEREMO IL CLAN DEI CASALESI”. “La cattura del boss dei Casalesi Antonio Iovine, parte da lontano e passa attraverso il valore di un metodo, il ‘modello Caserta'”. Lo dice il capo della polizia, Antonio Manganelli: “Ora distruggeremo l’intero clan”. Un modello che, spiega, significa potenziare un desk interforze e puntando alla complementarieta’: controllo del territorio, offensive sul patrimonio e caccia ai reggenti in fuga, grazie a una conoscenza strategica dell’organizzazione.

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