Boss aggiravano 41bis per incontrare fidanzate: arrestati due vigili urbani

di Redazione

DiaCASERTA. I boss del clan dei Casalesi, appartenenti alla fazione diFrancesco Bidognetti, alias “Cicciotto ‘e mezzanotte”, aggiravano il 41 bis soprattutto per incontrare le loro fidanzate con la complicità di due vigili urbani di Casal di Principe.

È quanto emerso dall’operazione “Briseide” messa a segno dalla Dia e dal Nucleo Investigativo Centrale della Polizia penitenziaria (Nic). A finire in manette Mario De Falco, di 51 anni, fratello del defunto boss Vincenzo De Falco, e Stanislao Iaiunese, di 58 anni. Secondo l’accusa, obbedendo a Michele Bidognetti, fratello del capoclan in carcere, attestarono falsamente che Gianluca Bidognetti, nipote dell’uomo e figlio del boss Francesco, conviveva con la fidanzata Serena Pagano, di 19 anni, in un’abitazione di via Firenze a Casal di Principe. Espedienti analoghi furono attuati per consentire anche ad altri affiliati al clan, in particolare Aniello Bidognetti, altro figlio di Francesco, e a Vincenzo Letizia, di incontrare le fidanzate.

Le due donne, Rita Starace, di 44 anni, e Luana Iovine, di 21, sono indagate a piede libero assieme a tre persone che attestarono falsamente la convivenza: Carlo Biffaro, di 71 anni, Angelina Luongo, di 66, e Teresa Bidognetti, di 20, sorella di Aniello e Gianluca. Anche per loro la Procura aveva chiesto l’arresto, non concesso però dal gip Amelia Primavera.

L’inchiesta, coordinata dai pm Antonello Ardituro, Marco Del Gaudio, Ida Froncillo e Alessandro Milita, è stata avviata in seguito all’intercettazione dei colloqui avvenuti nel carcere di Teramo tra Gianluca Bidognetti e i suoi familiari. Gianluca, in particolare, si lamenta di non poter ricevere telefonate dai congiunti, dal momento che l’apparecchio telefonico di casa Bidognetti è intestato al nonno defunto e la direzione del carcere non autorizza chiamate provenienti da quell’utenza. Tramite lo zio e le sorelle, il figlio del boss manda un avvertimento all’avvocato difensore: se non riesce a fargli ottenere colloqui con la fidanzata, sarà sostituito.

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IL VIGILE DE FALCO.

Vigile urbano regolarmente in servizio nonostante una condanna per associazione mafiosa: è il caso di Mario De Falco. Un paragrafo dell’ordinanza di custodia cautelare è dedicato proprio al maresciallo dei vigili urbani di Casal di Principe. Fratello di Vincenzo, elemento di spicco del clan assassinato nel 1991, ed ex muratore, come hanno raccontato svariati collaboratori di giustizia, tra cui Carmine Schiavone, fu assunto nel 1982 proprio grazie al fratello. Scrive il gip: “Non vi è alcun dubbio sul fatto che il De Falco sia entrato nel corpo dei vigili urbani – al quale, sorprendentemente, ancora oggi appartiene, malgrado la condanna per associazione mafiosa – proprio allo scopo di garantire, abusando delle proprie funzioni, gli interessi del clan”. De Falco, infatti, è stato condannato a quattro anni per associazione camorristica – poi ridotti a due in appello – nell’ambito del processo Spartacus.

IL FIGLIO DI BIDOGNETTI: “MA CHI E’ STO ARDITURO?”. Tra i particolari emersi dall’indaginevi è un colloquio tra Gianluca Bidognetti e i familiari.Il figlio di “Cicciotto”, indispettito perché non riusciva a incontrare la fidanzata, inveisce pesantemente contro Antonello Ardituro, uno dei pm titolari delle inchieste in cui il giovane è coinvolto.La sorella Katia spiega a Gianluca che l’avvocato ha accennato al pm la sua richiesta di incontrare Serena; tuttavia c’è ancora da aspettare. Il giovane va su tutte le furie: “Ma chi è questo Ardituro? Ma chi è, Gesù Cristo? Katia, questo è pieno di corna; fai la carta di convivenza, devi dire, fai fare i colloqui, questo fa un macello là dentro”. Gianluca pensa di scrivere direttamente al magistrato per dirgliene quattro: “Gliela mando io dopo la lettera direttamente a lui. Gli dico: tieni le corna, sei un zozzo e non vali niente tu e tutta la legge italiana, tutti quanti”.

LA “CONVIVENZA” CON SERENA. Dall’ordinanza emerge anche il ritratto di una ragazza perbene (Serena Pagano, fidanzata di Gianluca Bidognetti) che si è ritrovata suo malgrado sott’inchiesta e che, per incontrarlo in carcere, ha dovuto cambiare domicilio. Serena, che oggi ha 19 anni, cominciò a frequentare Gianluca allorquando il figlio del capoclan non aveva ancora un ruolo di primo piano nell’organizzazione criminale. Il salto di qualità, infatti, per il giovane avvenne nell’estate del 2008, quando, spinto da Giuseppe Setola, prese parte al tentativo di omicidio della cugina Francesca Carrino, figlia di Anna Carrino, ex compagna del boss Francesco Bidognetti e oggi collaboratrice di giustizia. Gianluca fu arrestato il 21 novembre di quell’anno. Il 3 marzo del 2009, il giorno dopo aver compiuto 18 anni, Serena Pagano, che in realtà abitava a San Cipriano d’Aversa, si presentò al Comune di Casal di Principe, accompagnata da Michele Bidognetti, zio di Gianluca. All’ufficio anagrafe depositò questa dichiarazione: “La sottoscritta Pagano Serena, pur avendo la residenza a San Cipriano d’Aversa, in via Aldo Moro 51, domicilia a Casal di Principe, in via Firenze 9, dove convive con Bidognetti Gianluca”. In calce a questa dichiarazione, il giorno dopo, i vigili Iaiunese e De Falco annotarono: “Da informazioni assunte è emerso che la stessa convive con Bidognetti Gianluca”. Poche ore dopo, l’ufficio anagrafe rilasciò il certificato di convivenza e il 9 marzo Serena fu autorizzata a incontrare il fidanzato nel carcere di Teramo, dove andò all’insaputa dei genitori. Il colloquio, però, fu tutt’altro che gioioso. Questa la trascrizione fatta dagli agenti del Nic, lo speciale nucleo della polizia penitenziaria: “Proseguono il chiarimento e Bidognetti manifesta alla ragazza la volontà di sposarla non appena sarà scarcerato. Serena appare perplessa, anche perché non sa quando il fidanzato verrà scarcerato e se tornerà completamente libero o sottoposto agli arresti domiciliari. La fidanzata del recluso esprime la sua volontà di proseguire gli studi, frequentando l’Università, iscrivendosi alla facoltà di Giurisprudenza. Progetto che non entusiasma Gianluca, che ricorda alla fidanzata che oramai sono conviventi. Proprio in relazione al documento di convivenza, Serena espone tutta la sua preoccupazione circa l’eventualità che il padre ne venga a conoscenza, allorquando facesse richiesta di un qualche certificato al Comune. Il detenuto la tranquillizza, assicurandole che il padre non verrà mai a conoscenza della loro convivenza, in quanto non è rilevabile da altra certificazione: Serena ha cambiato solo il domicilio e non la residenza”.

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