Vedova (Sel) al Pd: “Affidarsi a Sagliocco significa essere confusi”

di Nicola Rosselli

Gabriele VedovaAVERSA. “Chi pensa che interessarsi al futuro di Aversa significhi affidarsi alle ‘idee nuove’ dell’ex consigliere regionale Pdl Giuseppe Sagliocco, dimostra, ad essere generosi, di essere un po’ confuso.

Sinceramente sono un po’ sorpreso dalla partecipazione, che auspico sia a titolo personale, del consigliere Mimmo Rosato. La sinistra, almeno quella che si riconosce in Vendola, ha altri progetti e soprattutto cerca altri interlocutori. Il Pd deve far chiarezza e dire da che parte sta. Per noi sono alleati indispensabili, ma se il convegno prelude a future alleanze si parte davvero male”.

Queste le prime dichiarazioni di Gabriele Vedova (nella foto), dirigente nazionale Sel, il partito che fa capo al governatore della Puglia Nichi Vendola, in merito al convegno organizzato ad Aversa dalla rivista “ago e filo”, diretta dall’esponente del Pd, onorevole Stefano Graziano.

“La domanda che il centrosinistra, ad Aversa e ovunque abbia intenzione di ritornare a governare, dovrebbe a mio avviso porsi per ricominciare, per ‘riaprire la partita’, riguarda quali soggetti in carne ed ossa voglia rappresentare, da quale blocco sociale ripartire, appunto con ago e filo, per ricucire rapporti, per costruire una reale alternativa. A questa domanda si può dare una risposta classica, da ceto politico, riproponendo le solite alleanze ‘a prescindere’, a tavolino, fra sigle e partitini, privi ormai di qualsiasi peso reale. È una scelta. Si può provare, in alternativa, a ricostruire un dialogo con i soggetti che sono fuori dai partiti e dalla politica, con quelli che non si rassegnano ad assistere al disfacimento sociale e culturale che li circonda; con quanti costituiscono il tessuto produttivo del nostro territorio e continuano a resistere, a non cedere sotto i colpi della camorra; con quanti ad ogni elezione amministrativa non hanno alternativa migliore che continuare a votare il parente o ‘l’amico dell’amico’, garante di una possibile futura ‘cortesia personale’. Ma la terza via, che con questo convegno si cerca di proporre, ha davvero dell’assurdo: avviare un dialogo di prospettiva politica, sul ‘futuro della seconda città della provincia’, proprio a partire da chi a quel disfacimento ha partecipato e contribuito negli ultimi 10 anni, proprio con chi sulla cultura del voto ‘all’amico dell’amico’ ci ha costruito un’intera carriera politica, aggiungere alle leggere sigle del centrosinistra un pezzo di centrodestra in cerca di visibilità, tutto ciò è sinceramente un esercizio di pura follia politica”.

“Sembra, insomma, – continua Vedova – che sia nel Dna di alcuni esponenti del Pd ostinarsi a ripercorrere ad ogni costo strade che hanno portato ad una sconfitta dopo un’altra, lasciando sul campo solo macerie. Chi ha organizzato il convegno ha fatto forse un po’ di confusione fra gli scenari nazionali, in cui agisce per il ruolo che ricopre nella qualità di ‘nominato’, e quelli locali, che probabilmente non conosce. Il dialogo che in Parlamento si cerca ad ogni costo con Fini dovrebbe essere finalizzato unicamente alla ricerca di una maggioranza alternativa che, caduto il governo, possa cambiare la legge elettorale attuale, quella che consente, anche allo stesso Graziano, di sedere fra gli scranni romani senza aver personalmente preso un solo voto. Confondere la necessità di dialogo istituzionale con il tentativo di costruire insieme un’alternativa, è molto grave, certamente offensivo per chi, come Fini e il suo partito, non rinuncerebbe alla propria provenienza culturale e politica, e del tutto in controtendenza rispetto alla linea nazionale del maggior partito di opposizione”.

“Chi – conclude Vedova – pur frequentando i salotti romani, non ha ben compreso ed è confuso, eviti almeno di catapultare la sua personale confusione nella nostra città, dove quel che fu il centro sinistra è già, per responsabilità ben note, ormai solo macerie”.

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