Opg Aversa, internato ferisce tre agenti penitenziari

di Redazione

 AVERSA. Un fine settimana particolarmente funesto e violento ha caratterizzato la vita degli istituti penitenziari del casertano.

Domenica, nel penitenziario di Carinola, un detenuto ex collaboratore di giustizia, Rocco D’Angelo, 53 anni, originario di Frattamaggiore (Napoli), si è tolto la vita impiccandosi con la fettuccia della tuta da jogging che indossava. Sabato scorso all’Opg di Aversa tre agenti penitenziari sono stati aggrediti e feriti da un internato particolarmente esagitato.

Ne dà notizia Eugenio Sarno, segretario generale della Uil Pa Penitenziari: “Le modalità del suicidio di Carinola fanno ragionevolmente pensare che fosse un gesto premeditato, tant’è che lo stesso ha lasciato due lettere indirizzate alla moglie ed a proprio difensore. Il detenuto si trovava a Carinola per ragioni di giustizia ma era effettivo al carcere di Mammagialla a Viterbo”.

Sarno poi aggiorna la macabra conta dei suicidi in carcere e rilancia l’allarme sulla violenza negli istituti di pena: “Nel 2010 sono 61 i suicidi in cella. Senza dimenticare i circa 970 tentati suicidi. Metà dei quali non portati a termine per il tempestivo e determinante intervento della polizia penitenziaria. E’ un dato allarmante e indicativo di come l’afflittività della pena ampli la sfera del disagio al punto da determinare scelte irreversibili come il suicidio. Ma la violenza in carcere trova riscontro anche nei circa 5500 atti di autolesionismo, nei circa 950 episodi di aggressione verso altri (detenuti o personale). Particolarmente rilevante è il bilancio dei poliziotti penitenziari feriti che dal 1 gennaio 2010 ad oggi fanno registrare la stratosferica cifra di 239, limitandoci solo a coloro che hanno riportato lesioni giudicate guaribili oltre i cinque giorni. Questi numeri – denuncia Sarno – sono la cifra esatta della violenza in carcere. Quella violenza che inopinatamente si vuole continuare a nascondere con la censura delle informazioni. Quella violenza che è una aggravio aggiunto alla già penalizzanti condizioni di lavoro per i poliziotti penitenziari e tutti gli operatori penitenziari. D’altro canto da tempo sosteniamo come il sistema penitenziario non sia più nelle condizioni di garantire il proprio mandato costituzionale di rieducare per risocializzare, che resta solo nelle menti di chi non conosce la vera situazione dell’universo carcerario italiano”.

Ancora una volta la Uil Pa Penitenziari richiama al’attenzione dei vertici dipartimentali sull’allarmante situazione degli organici della polizia penitenziaria in Campania: “Mentre la camorra viene efficacemente contrastata dal lavoro delle forze dell’ordine e dalla magistratura supportate dal Ministero dell’Interno, altrettanto non possiamo dire per il Ministero della Giustizia. A Santa Maria Capua Vetere e a Carinola, dove sono detenuti esponenti di spicco della criminalità organizzata sottoposti al regime di Alta Sicurezza o di 41-bis, gli organici di polizia penitenziaria sono costantemente ridimensionati ed assottigliati dalle quiescenze non surrogate da nuovo personale. Analoga situazione all’Opg di Aversa, connettore nazionale degli internati esagitati. Per non parlare delle dotazioni logistiche: mezzi inadeguati, vetusti e pericolosi come dimostra il recente incidente sulla Napoli-Bari, laddove un mezzo della polizia penitenziaria con i freni in avaria ha rischiato di causare una ecatombe. Vogliamo auspicare – conclude il segretario generale della Uil Penitenziari – che nella reclamata azione di contrasto al crimine organizzato si trovino anche le risposte per le criticità degli istituti penitenziari. E’ troppo facile rivendicare in tv il ruolo ed i meriti, che pur ci sono, del sistema penitenziario salvo non garantire ad esso le risorse, i mezzi ed i fondi necessari”.

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