Ausiliari del traffico, Castaldo: “Usati per rimpinguare casse del privato”

di Antonio Arduino

Antimo CastaldoStefano GuarinoAVERSA. Si accende la querelle innescata dall’ex assessore alla mobilità Antimo Castaldo, avvocato civilista, che nella veste di presidente dell’associazione politico culturale “Democrazia e Territorio” …

… ha affermato, sentenze alla mano, che gli ausiliari del traffico non sono legittimati a redigere accertamenti in materia di sosta, cosicché tutte le sanzioni comminate sarebbero nulle.

E’ seguita la replica del comandante della polizia municipale Stefano Guarino che ha definito “infondata e tecnicamente falsa la tesi sostenuta dall’avvocato”, scrivendo, in una nota trasmessa alla stampa, che gli atti sono legittimi. Perché, spiega Guardino, “la legge 127/97, all’articolo 17 comma 132, afferma letteralmente che, con provvedimento del Sindaco, i comuni possono conferire funzioni di prevenzione e accertamento delle violazioni in materia di sosta a dipendenti comunali o delle società di gestione dei parcheggi, limitatamente alle aree oggetto di concessione”. “La procedura sanzionatoria amministrativa e l’organizzazione del relativo servizio sono di competenza degli uffici o dei comandi a ciò preposti”, aggiunge il comandante, precisando che la questione è stata oggetto anche di un chiarimento normativo. “La legge 488 del 1999 ha chiarito – ricorda in proposito il capo dei caschi bianchi – che i commi 132 e 133 dell’articolo 17 della legge 127/97 si interpretano nel senso che il conferimento delle funzioni di prevenzione e accertamento previste per gli ausiliari del traffico comprende i poteri di contestazione immediata, nonché di redazione e di sottoscrizione del verbale di accertamento con l’efficacia della cosiddetta fede privilegiata”.

Insomma, l’ausiliario è un pubblico ufficiale e i suoi atti sono pienamente legittimi. “Questo per il comandante Guarino, ma non secondo la legge che lui stesso invoca”, replica l’avvocato Castaldo, facendo osservare che la risposta del responsabile della polizia locale non cancella la sua tesi, ma le dà forza. “La precisazione del comandante – sostiene l’avvocato – conferma tutto quanto da me dichiarato”. “Perché – spiega – avevo segnalato a chiare lettere che gli ausiliari non compilano i normali verbali, sui quali devono essere annotati, per legge, gli estremi del decreto sindacale che ne ha autorizzato le funzioni equiparandoli a pubblici ufficiali, ma compilando solo degli avvisi di pagamento, comminando non le multe di 38 euro previste dal Codice della Strada, ma mini-multe pari al doppio del costo della sosta evasa”. “Mini-multe che – ricorda Castaldo – vanno pagate al concessionario privato entro cinque giorni. Dopodiché, a distanza di mesi, arriverà dal comando di polizia municipale il verbale vero e proprio, con la sanzione da 38 euro che andrà nelle casse comunali”. “Questa – osserva l’avvocato – è chiaramente un’anomalia solo aversana. Perché, come scrive lo stesso Guarino, gli ausiliari sono pubblici ufficiali, come i vigili urbani, con i poteri di contestazione immediata, di redazione e sottoscrizione del verbale di accertamento. Cosicché devono compilare verbali e non avvisi di pagamento, destinati a impinguare le casse di un privato, permettendo la contestazione immediata dell’infrazione, indicando in maniera chiara il decreto di nomina che ha equiparato a pubblico ufficiale il singolo ausiliario”. “Particolare, quest’ultimo – sottolinea Castaldo – sancito, con pena di nullità del verbale, dalla seconda sezione della Cassazione Civile con sentenza numero 6502 del 17 marzo 2009 che invito il comandante Guarino a leggere”.

“A questo punto – incalza l’ex assessore – è d’obbligo chiedere perché ad Aversa non si operi secondo legge. Perché non si fanno redigere immediatamente i verbali agli ausiliari permettendone la contestazione immediata come previsto dalla legge”. “Considerando, infine, che gli introiti prodotti dagli avvisi di pagamento vanno ad una società privata e non al Comune, come invece accade per i verbali, creando danno economico all’Ente, viene logico domandare –conclude l’avvocato – perché ad Aversa non si faccia rispettare una norma di legge che pure è citata esplicitamente dal comandante Guarino”.

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