Rauso: “La Città va amministrata, non gestita”

di Redazione

Gaetano RausoSANTA MARIA CV. “Quello che è successo in un Consiglio Comunale farsa ha del grottesco, dell’inaudito”.

Lo afferma il consigliere di opposizione Gaetano Rauso all’indomani della seduta consiliare. “Solo per il gusto di contrapporsi a richieste sacrosante che vengano da persone perbene e desiderose di andare incontro agli interessi della città – continua Rauso – si sono rigettate giuste richieste con un voto immotivato e prevaricatorio. hiedere di avere lumi sui destini del Tribunale civile che da più di 200 anni è collocato a Santa Maria o sullo stato di un procedimento che rischia di far perdere al Comune di Santa Maria il palazzo Melzi (già sede del Tribunale e ora dell’Università) a favore della Curia di Capua è più che legittimo e non è giustificabile l’atteggiamento infastidito del Sindaco, il quale asserisce di portare avanti delle trattative, rimaste segrete, con la società che ha concesso in fitto il palazzo di via, per evitare che il Tribunale sia sfrattato dopo aver, per l’approssimativa gestione amministrativa del problema e non aver ingiustificatamente pagato i canoni di fitto per anni, determinato la sentenza già esecutiva.

Evidentemente i soldi destinati a quella finalità erano più utili per fare lavori inutili al campo di Rugby che insiste su una proprietà altrui, o per concedere contributi clientelari a tante persone che usufruiscono di denaro pubblico per estrinsecare le loro fantasie. E’ assurdo che si sottovaluti il pericolo di perdere il palazzo Melzi, gestendo in modo approssimativo un procedimento civile in corso che, solo grazie all’avvocato incaricato, anni fa dal comune, si evitato che già evolvesse in modo disastroso per gli interessi della città. Come si può concepire che questo Consiglio non accolga la richiesta di nominare una commissione di studio e di indagine sull’edilizia convenzionata e sulle costruzioni abusive realizzate in zone previste dal Prg come F, quando è noto a tutti che sono stati commessi abusi ed irregolarità nella gestione urbanistica della città.

Nessuno vuol fare “il Catone” ma chi è preposto a tutelare gli interessi della città deve sapere e deve poter espletare il suo mandato con il supporto di personale tecnico all’altezza ed a conoscenza dei fatti. Forse, all’interno del Consiglio, c’è qualcuno che non vuol far scoperchiare le pentole perché deve tutelare interessi propri o dei propri datori di lavoro. Se ciò fosse vero, sarebbe gravissimo. Ricorrere alla Magistratura è umiliante per tutti, anche se nel momento si viene a conoscenza di fatti delittuosi è doveroso, per chi è pubblico ufficiale, denunciarli. Ma ciò che nel Consiglio di ieri èrisultato più grottesco è l’ aver dovuto discutere (incomprensibilmente a porte chiuse) dell’incompatibilità di Pasquale Zito. Un’incompatibilità, per legge, evidentissima e confermata dall’interessato che ha affermato di aver lui stesso, e gliene rendo merito, palesato l’illecito arricchimento dei dirigenti del Comune di Santa Maria i quali come lui stesso, per anni, hanno percepito somme non dovute. Si poteva evitare quella sceneggiata ed la patetica difesa di una persona che reputo degna di ogni rispetto che non avrebbe dovuto essere sottoposto ad una gogna, se solo si fosse usato un po’ di buon senso e l’annunciata procedura transattiva della vicenda che il Sindaco, dice, si dovrebbe realizzare oggi stesso, si fosse posta in essere prima, con il conseguente spostamento di una discussione così inopportuna e degradante per i suoi contenuti e sviluppi.

Ma dov’è il buon senso in quest’Amministrazione che non riesce nemmeno a capire che gli indirizzi del Puc vanno dettati dal Consiglio Comunale e non dalla Giunta. Dov’è il buon senso di quest’Amministrazione che, per restare ancora un poco a galla, si sottomette a ricatti di persone che usano il loro ruolo non per amministrare la città , ma per gestirla secondo i loro interessi. Continuerò a contrappormi ad una maggioranza ribaltonista che ha negato tutto ciò che era stato promesso ai cittadini quando si è proposta all’elettorato. Dimettermi dal PdL è stato un atto dovuto, anche se molto doloroso. Chi intende la Pubblica Amministrazione come un servizio da dare alla collettività e non come un’opportunità di fare soldi avvalendosi del potere che gli deriva dalla carica che ricopre, non può avallare certe scelte, non può rinnegare ciò che ha denunciato, con tutte le sue forze così come tutto il PdL aveva fatto fino a pochi mesi fa.

Tutti dovrebbero denunciare ciò che credono sia illegittimo, i misfatti che quotidianamente venivano e vengono commessi, il trasversalismo e la finta opposizione di chi rinnega i propri ideali per ottenere qualche misera prebenda. La disonestà intellettuale di chi non ammette che vi possano essere ancora persone oneste che agiscono per l’interesse collettivo e non per quello personale, ha indotto questi meschini personaggi a cercare di sminuire e far passare in secondo piano la mia azione di legittima denuncia. La mia azione è stata sempre improntata, prima alla proposizione di provvedimenti che ritenevo e ritengo giusti e, poi, alla denuncia di fatti e circostante di cui avevo constatato l’illegittimità.

Ma questi personaggi non ascoltano perché non vogliono ascoltare perché non hanno a cuore gli interessi della città. Da parte mia continuerò a lottare contro questi malfattori per tentare di far trionfare la verità, senza paura e nella consapevolezza di avere ogni diritto a portare avanti questa battaglia per il futuro e la sicurezza dei nostri figli”.

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