Recale, dirigente scolastico chiede contributo a genitori per pulizie

di Redazione

 RECALE. “Quello che sta accadendo nel plesso delle scuole medie Giovanni XXIII ha dell’inverosimile”.

Così il “Laboratorio Politico di Recale”, la nuova realtà costituita da tutti gli esponenti politici recalesi e dai rappresentanti della società civile che non condividono l’operato dell’amministrazione, ha analizzato la condizione in cui versano le casse dell’istituto scolastico. “Il tutto – spiega il laboratorio in una nota – è nato da una comunicazione inviata dal dirigente a tutti i genitori. Il dirigente chiedeva ai genitori un contributo volontario di 4,50 euro a bambino per consentirgli di acquistare il materiale per le pulizie. Riteniamo questa iniziativa ingiusta non tanto per la somma richiesta ai genitori ma per il principio; in qualsiasi città d’Italia non si sopperisce alle mancanze dell’Ente chiedendo soldi ai genitori. Pagare la quota di 4,50 significherebbe giustificare ulteriori richieste di fondi in caso di future carenze. La scuola Giovanni XXIII è pubblica e come tale deve essere finanziata dall’Ente e non dai genitori. Se il dirigente è giunto a tale richiesta le colpe sono da ricercare nell’amministrazione Porfidia che non ha ancora erogato i fondi alla scuola”.

“Questa amministrazione – continua il laboratorio – ha preferito approvare un debito fuori bilancio di sedicimila euro per pagare un esproprio di 47 mq ad un assessore dopo che lo stesso ne ha sfruttato la cubatura per costruire il suo palazzo. A conti fatti, la scuola conta 275 allievi e, volendo considerare un contributo di 4,50 euro ad allievo, si tratterebbe di dare all’Istituto un contributo di 1200 euro per garantire l’igiene e la pulizia dell’istituto in cui i nostri ragazzi trascorrono gran parte della giornata. Per una strana logica si preferisce dare sedicimila euro all’assessore e non mille euro alla scuola. Il dirigente scolastico ha riferito di aver più volte esortato il sindaco e l’assessore al ramo ad erogare i fondi ma gli appelli sono caduti nel vuoto”.

Nella richiesta inviata dal dirigente ai genitori, il Laboratorio Politico ha però rilevato quella che ritiene un’inesattezza: “Si fa riferimento ad un’approvazione unanime da parte del consiglio d’istituto di questa raccolta volontaria. Due membri hanno votato contro tale risoluzione, quindi non si può parlare di unanimità. Noi crediamo che la raccolta non debba essere effettuata e si debba obbligare l’amministrazione a tutelare l’igiene e la pulizia della scuola”.

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