Ultrà serbi, Maroni e Frattini: “Questioni di intelligence”

di Redazione

 ROMA. “Difetti di comunicazione tra l’intelligence” serba e quella italiana. Secondo il ministro degli Esteri Franco Frattini sarebbe proprio il mancato dialogo tra i servizi segreti dei due paesi alla base degli scontri allo stadio Ferraris di Genova …

… che hanno portato ad annullare la partita di qualificazione per gli Europei 2012 tra Italia e Serbia. “Le informazioni preventive non ci sono arrivate o comunque questo scambio informativo preventivo non ha funzionato come avrebbe dovuto”, ha spiegato Frattini. Secondo il ministro “molti altri Paesi da cui provengono gruppi di estremisti in queste occasioni sportive sono membri dello spazio-Shengen. Vi sono casi limite per cui, per eventi sportivi internazionali, lo spazio Schengen si può sospendere. Ci sono gli strumenti. Maè chiaro che nessuno avrebbe potuto immaginare, salvo un’informazione migliore che non abbiamo avuto, che per una singola partita nazionale si sarebbe dovuti arrivare a sospendere per 24 ore lo spazio Schengen”. Il problema in ogni caso “non è la Serbia, ma i criminali serbi che il governo di quel Paese si è impegnato ad arrestare”.

Il ministro degli Esteri serbo al telefono con Frattini ha promesso “punizioni esemplari” per Ivan Bogdanov e i suoi. Ma Belgrado ha anche “fornito scuse ufficiali e formali”, il presidente Boris Tadic ha chiamato il premier Berlusconi subito dopo gli incidenti per scusarsi e i due hanno convenuto sull’importanza di non far pesare l’episodio sulle relazioni fra i due paesi. Come ha ricordato anche Frattini, l’Italia sostiene l’entrata del paese nell’Ue “perché abbiamo l’interesse strategico e politico che la Serbia diventi davvero un Paese europeo e che queste azioni e queste bande di criminali siano bloccate, arrestate e perseguite”. “Dobbiamo ricordare che l’hooliganismo non nasce certo in Serbia. Paesi di grande grande tradizione europea come la Gran Bretagna si sono distinti per squadre che seminavano terrore in tutta Europa”, ha concluso il ministro.

BOGDANOV ASSALI’ AMBASCIATA USA. Intanto, la stampa serba rivela che Ivan Bodganov, l’ultrà che ha guidato i disordini allo stadio incitando la tifoseria, lanciando fumogeni e bruciando bandiere dell’Albania, è stato uno dei leader dell’assalto all’ambasciata degli Usa a Belgrado nel febbraio 2008.

“LA BESTIA” CHIEDE SCUSA. Catturato mentre cercava di nascondersi nel vano bagagli di uno dei pullman di ritorno in Serbia, Ivan “La Bestia” si trova ora nel carcere di Genova Pontedecimo: è accusato di danneggiamento aggravato, resistenza a pubblico ufficiali e violazione dell’ordine pubblico durante le manifestazioni sportive. Dice di non avercela con l’Italia, ma con la sua squadra. ”Chiedo scusa all’Italia e agli italiani”. Lo ha detto Ivan Bogdanov tramite il suo avvocato. ”Mai – ha detto al legale Bogdanov – abbiamo pensato di danneggiare l’Italia che e’ un paese che mi piace molto. Non c’ero mai stato, ma e’ bellissimo”. La guerriglia inscenata allo stadio Ferraris prima della partita Italia-Serbia ”è stata una protesta contro la Federazione di calcio serba”. Lo ha detto Bogdanov al proprio avvocato, durante un colloquio nel carcere di Pontedecimo dove il tifoso della Stella Rossaè recluso da martedì. Bogdanov ha anche aggiunto che la rabbia della tifoseria serba era diretta contro il portiere della Nazionale serba Vladimir Stojkovic reo di aver ”tradito lo Stella Rossa”.

MARONI: “INTELLIGENCE SERBA HA SOTTOVALUTATO SITUAZIONE”. Sulla guerriglia degli ultrà serbi a Genova, il ministro dell’interno Roberto Maroni ha ribadito che non c’è “nessuna censura alle forze dell’ordine e all’intelligence italiana”, ma quantoè avvenuto è stata “una sottovalutazione dell’intelligence serba”. Il ministro ha, inoltre, ricordato che se la Uefa “avesse adottato le misure che noi seguiamo in Italia per le partite di calcio, come la tessera del tifoso, certi episodi sarebbero sicuramente evitati”. Maroni ha ribadito di essere sempre presente ”per prendere le mie responsabilita”’. In relazione ai fatti avvenuti a Genova, il ministro ha detto di aver ”parlato col capo della polizia, con il prefetto, e li voglio elogiare perché si èrischiata una strage. Solo grazie al sangue freddo delle forze dell’ordine non ci sono stati né morti né feriti. E’ stato uno spettacolo bruttissimo, ma invece di parlare di cosa siè visto vorrei che si parlasse di cosa nonè successo”. Il ministro ha poi fatto la cronistoria dei messaggi intercorsi tra la polizia serba e quella italiana in relazione alla presenza dei tifosi di quel Paese. Maroni ha ricordato che l’8 di ottobre l’intelligence serba aveva mandato un messaggio nel quale si parlava della presenza a Genova di un centinaio di tifosi, divisi in due gruppi, che sarebbero rincasati alla fine dell’incontro. ”Una nota del genere – ha spiegato Maroni – ci ha indotto a considerare che le nostre forze di polizia avrebbero potuto gestire la situazione con un certo numero di forze dell’ordine. Se ci avessero invece informati che sarebbero arrivate bande criminali che avrebbero messo a ferro e fuoco lo stadio, avremmo agito in maniera diversa. Per cui, nessun appunto viene fatto al prefetto, al capo della polizia e alle forze dell’ordine”.

MARONI: “AD ACCUSE SINDACO GENOVA CI RIDO SOPRA”.

”Sono stato accusato in modo comico dal sindaco di Genova per quanto avvenuto nella sua città, e nel contempo sono state elogiate le forze dell’ordine. Quando si arrestano i mafiosi il merito non è del ministro ma delle forze di polizia, quando succedono incidenti la colpa è invece del ministro.Io ci rido su perché ho le spalle larghe”, ha aggiunto Maroni.

19 FERMATI A RIENTRO IN SERBIA. Diciannove tifosi serbi che facevano ritorno in patria da Genova sono stati fermati dalla polizia di frontiera. Come ha riferito oggi l’emittente tv B92, da ieri sera diversi autobus con a bordo decine di tifosi sono entrati in Serbia attraverso i posti di confine con Croazia e Ungheria. Fra i passeggeri vi sono evidentemente alcuni dei facinorosi protagonisti degli incidenti e delle violenze di martedì sera allo stadio Marassi di Genova, che hanno portato alla sospensione della partita Italia-Serbia. Secondo B92, tutti i tifosi che rientrano in Serbia vengono controllati e perquisiti scrupolosamente dalle forze di polizia, che agiscono su mandato del Consiglio per la sicurezza nazionale, riunitosi ieri a Belgrado sotto la presidenza del capo dello Stato, Boris Tadic. Al momento vi sarebbero ancora un paio di autobus fermi ai controlli al posto di frontiera serbo-ungherese di Horgos. Nei violenti scontri di Genova la polizia italiana ha fermato 138 persone, per 17 di loro il fermo è stato tramutato in arresto. Fra essi Ivan Bogdanov, ritenuto il capo delle bande di violenti recatisi a Genova per creare disordini.

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