Studenti e precari contro la Gelmini. Lei: “Vado avanti”

di Redazione

 ROMA. “Siamo 30 mila”. Gli studenti e i precari della scuola che partecipano al corteo di Roma, la principale delle mobilitazioni contro la riforma Gelmini organizzate in tutta Italia, si contano e rilanciano a colpi di slogan.

“Noi non moriremo precari”, “Siamo una marea di conoscenza e stiamo per seppellire questa ignoranza”. Il “No Gelmini Day” si celebra in tutta Italia (a Milano l’altro grande corteo a cui hanno partecipato tra i 10 e i 20 mila studenti e dove si sono registrati alcuni momenti di tensione) e punta il dito in particolare con la riforma della scuola superiore voluta dal governo. Ma non è solo questa nel mirino degli studenti: “Nelle scuole ci sentiamo come in carcere. – ha detto Tito Russo, rappresentante dell’Unione degli studenti, spiegando perché una parte dei manifestanti ha sfilato vestita con abiti da carcerati – L’edilizia è fatiscente, la didattica è vetusta, i costi per studiare sono elevatissimi e ormai insostenibili”.

Il ministro Maria Stella Gelmini, dal canto suo, minimizza la protesta e parla di “vecchi slogan di chi vuole mantenere lo status quo”. “Bisogna avere il coraggio di cambiare. – ha detto -È indispensabile proseguire sulla strada delle riforme: dobbiamo puntare a una scuola di qualità, più legata al mondo del lavoro e più internazionale. Per ottenere questi obiettivi stiamo rivedendo completamente i meccanismi di inefficienza che hanno indebolito la scuola italiana in passato. Un lavoro e un percorso difficile, ma indispensabile. È necessario lo sforzo di tutti coloro che hanno a cuore la scuola”. Quanto alla mobilitazione, che ha visto gli studenti affiancarsi anche allo sciopero proclamato da Cgil e Unicobas, secondo la responsabile del dicastero di viale Trastevere è promossa da chi “è aprioristicamente contro qualsiasi tipo di cambiamento e crede di usare la scuola come luogo di indottrinamento politico della sinistra”.

Le parole del ministro vengono però criticate dalle opposizioni. “Con quale coraggio – si chiede Giuseppe Lumia del Pd – la Gelmini parla di una riforma che punta sulla qualità? I tagli rispondono solo ed esclusivamente alle esigenze di bilancio. Gli studenti e i precari protestano perchè la scuola è al collasso. Il governo non ignori le loro ragioni. Chi usa la scuola come luogo di indottrinamento politico è il governo, che ha introdotto persino programmi di educazione militare”. E Massimo Donadi, capogruppo dell’Idv alla Camera, aggiunge: “La Gelmini farebbe meglio a confrontarsi con chi tutti i giorni vive sulla propria pelle gli effetti nefasti della sua riforma e ad ascoltare di più le proposte dell’opposizione, invece di liquidare come vecchi slogan la protesta di oggi. È stupefacente l’ipocrisia del ministro che parla di qualità, merito, di coraggio di cambiare ma poi in commissione la sua maggioranza boccia l’emendamento anti-baroni di Italia dei Valori, teso a restituire merito e trasparenza nel mondo universitario. Di quale merito o qualità parla il ministro Gelmini se poi la sua riforma tutela baronie, signoraggi e vassallaggi nelle università?”.

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