Pugno alla metro, Maricica è morta. L’aggressore: “Non volevo”

di Redazione

Maricica HahaianuROMA. E’ morta Maricica Hahaianu, l’infermiera rumena di 32 anni, madre di un bambino di 3 anni, colpita da un pugno alla stazione Anagnina della metro.

L’attività cerebrale si era fermata nel pomeriggio di venerdì.”E’ stato ufficializzato il decesso, dopo le 6 ore canoniche perche’ l’encefalogramma era ancora piatto. I medici hanno staccato la spina. Abbiamo firmato con i parenti il decesso alle 15″, ha riferito l’avvocato della famiglia. I funerali dell’infermiera, dopo l’autopsia prevista per sabato, si terranno in Romania, riferisce il legale della famiglia della donna romena.

SI AGGRAVA POSIZIONE DI BURTONE. Con la morte della donna si aggrava la posizione dell’aggressore, Alessio Burtone: da lesioni gravi l’accusa ora può diventare diomicidio. “Sono stato sfortunato, non volevo”, afferma il ventenne romano, finora agli arresti domiciliari, attraverso il suo avvocato.”Mi sembra di vivere un film”, aggiunge. “Alessio – racconta l’avvocato – da quando ha saputo che la donna era in coma irreversibile ha avuto un malore”.

PM CHIEDE IL CARCERE. Intanto, il pmAntonio Calaresu, che coordina le indagini, ha deciso di ricorrere contro il provvedimento che ha posto il giovane ai domiciliari ed a chiederne l’arresto. La decisione è stata presa dopo aver visionato fotogramma per fotogramma il filmato dell’aggressione nel quale il ventenne colpisce colpisce la donna con tutta la forza che ha e poi se ne va senza preoccuparsi minimamente della condizioni della vittima.

LEGALE BURTONE: “DIFESA SARA’ DIFFICILE”. Il suo legale, Fabrizio Gallo,ha già preannunciato che la sua difesa sarà difficile. “Nel processo avremo difficoltà a difenderci – afferma l’avvocato – la crudezza dell’ultima immagine, quella in cui il mio assistito se ne va, è orribile. Le lesioni non sono state provocate del pugno, sono derivate dalle caduta successiva al colpo. Il reato contestato sarà quindi omicidio preterintenzionale e non volontario. Ma la posizione del mio assistito potrebbe aggravarsi”. Burtone ha, tra l’altro, due precedenti significativi: il 14 giugno scorso colpì con un pugno in bocca un ragazzo che aveva sfiorato con la moto sulle strisce pedonali ed è stato denunciato. Il 30 aprile era stato denunciato da una conoscente per aggressione ed il processo davanti al giudice di pace è attualmente in corso.

LEGALE ROMENA: “TROPPO FACILE CHIEDERE SCUSA”. “Troppo facile, troppo comodo chiedere scusa adesso di queste scuse possiamo solo prenderne atto”. Così ha detto l’avvocato Alessandro Di Giovanni, rispetto alla lettera inviata da Burtone a Maricica. Il penalista ha sottolineato che “al momento al marito della donna non è giunta alcuna lettera di scuse”. L’avvocato Di Giovanni ha continuato: “Guardando il video appare chiaro che il giovane sferri un colpo mancino al volto, con una tecnica quasi da boxeur. La donna, colpita al mento, ha perso subito i sensi ed è crollata a terra a corpo morto”.

iL DOLORE DEL MARITO.“Mia moglie spesso, rientrando a casa dopo il lavoro, mi diceva: ‘Siamo riusciti a salvare una vita’. Purtroppo questa volta nessuno è riuscito a salvare lei”. Sono queste le parole con cui il marito di Maricica ricordava la moglie mentre i medici aspettavano solo di staccare la spina. “Sull’eventuale donazione degli organi della donna – spiega il legale della donna- dovono ancora decidere. E’ un momento di grande sconforto per i parenti e non sono in grado

di avere lucidità su questo. Ci siamo presi qualche ora di tempo per valutare”.

I VICINI DI BURTONE: “FAMIGLIA PER BENE”.“Alessio non è un assassino, lui e la sua famiglia sono brave persone”. Nel quartiere Cinecittà dove abita Burtone, vicini di casa, amici e conoscenti hanno una sola voce: “Non lo ha fatto apposta”.Un gruppetto di amici di Alessio racconta: “Ci abbiamo parlato su Facebook e ha detto che sta male. Ci ha detto che l’ha colpita perchè aveva paura, perchè la signora aveva messo le mani nella borsa. E’ un bravo ragazzo…”. Quando nel pomeriggio i carabinieri sono arrivati a casa di Burtone (al momento agli arresti domiciliari), per il consueto controllo tra molti serpeggiava il timore che potessero portarlo via. “L’ho visto nascere, – dice dispiaciuta un’anziana signora del suo palazzo – spero non lo portino in carcere, è un ragazzino, non se lo merita”.

TESTIMONIANZE. I carabinieri stanno continuando a raccogliere le testimonianze: “In linea di massima a parte alcuni dettagli, tutti confermano la ricostruzione iniziale, una lite finita con il pugno. Le testimonianze dirette per ora non confermano aggressioni fisiche della donna verso il ragazzo. Continuiamo a sentire testimoni per chiarire l’episodio”.

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