Mafia, il “tesoro” di Ciancimino riciclato: sequestrati beni per 200 milioni

di Redazione

Vito CianciminoPALERMO. Conti bancari e finanziarie, 145 tra ville e appartamenti, 13 auto. Il tutto per un valore complessivo di 200 milioni di euro. Sono i beni che la Direzione investigativa antimafia di Palermo, su richiesta del procuratore aggiunto Antonio Ingroia, ha sequestratoal 76enne costruttore palermitano Francesco Civello.

Già indagato alla fine degli anni Settanta per concorso in associazione mafiosa, Civello avrebbe riciclato parte del tesoro dell’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, condannato nel 1993 in Cassazione per associazione mafiosa e corruzione e morto nel 2002.

Secondo gli inquirenti l’uomo sarebbe “socialmente pericoloso” per i suoi precedenti di “riciclatore” di denaro illecito e per il suo inserimento negli organigrammi mafiosi. Il costruttore è ritenuto prestanome e socio del costruttore mafioso Francesco Zummo, 78 anni, che sarebbeil vero “dominus” della attività imprenditoriale di Civello e ne avrebbe influenzato scelte e indirizzi. Zummo ha accompagnato due volte in Canada i figli dell’ex sindaco Ciancimino, assistendoli nell’acquisto di immobili attraverso l’intermediazione della mafia canadese.

Civelloè stato indagato anche per avere offerto e messo a disposizione degli esponenti mafiosi Leonardo Greco e Michelangelo Aiello i propri conti esteri e per essersi avvalso al fine di acquistare o occultare denaro di provenienza illecita della collaborazione di Fulvio Lima e di Salvatore Cuccia, funzionario della Sicilcassa, condannato per avere messo a disposizione di Cosa nostra la sua attività.

SU CIVELLO E ZUMMO INDAGO’ ANCHE FALCONE. “Il sequestro di un così ingente patrimonio conferma la grande attività di indagine volta ad aggredire le punte emergenti del riciclaggio di provenienza illecita”. Lo ha detto il procuratore aggiunto Ingroia in conferenza stampa al Tribunale di Palermo. “Francesco Civello e Francesco Zummo sono due personaggi già noti alle attività di indagini – ha detto Ingroia – e che già negli anni ’80 furono oggetto d’attenzione da parte di Giovanni Falcone. Mai fino ad oggi un provvedimento di sequestro aveva riguardato però il patrimonio di Francesco Civello”. “Un sequestro – ha concluso Ingroia – di questa portata, testimonia ancora una volta lo sforzo massimo della polizia giudiziaria e della Dia, ma risultati migliori potrebbero essere indubbiamente raggiunti se si potenziassero gli strumenti dell’attività giudiziaria e investigativa”.

L’operazione della Dia – VIDEO

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