In migliaia per l’addio a Sarah

di Redazione

il feretro di Sarah ScazziAVETRANA. Migliaia di persone si sono radunate nel campo sportivo di Avetrana per dare l’ultimo saluto a Sarah Scazzi, la quindicenne di Averana uccisa dallo zio Michele Misseri il 26 agosto e il cui corpo è stato trovato due giorni fa dentro una cisterna.

Al funerale ha partecipato l’intera città, oltre a tanta gente arrivata dai comuni limitrofi. La bara bianca, portata a spalla dagli uomini della Protezione civile, è stata sistemata davanti all’altare. Nel campo più di duemila sedie, ma molti dei presenti stanno in piedi e l’unica gradinata coperta dello stadio è gremita. Davanti alla bara il padre e il fratello di Sarah e altri familiari. La madre è arrivata a cerimonia già iniziata e si è seduta accanto al figlio: è stata assente dalla prima parte in quanto testimone di Geova.

La bara, coperta da mazzi di fiori bianchi, è stata accolta con lunghi applausi. Su un lato del campo da gioco il palco con un altare e un grande crocefisso. Tanti i bambini e i ragazzi, che manifestano l’affetto e il dolore per la scomparsa della 15enne con scritte su striscioni e cartelli colorati. La bara è arrivata dopo un lunghissimo e mesto corteo a piedi per circa un chilometro, dalla camera ardente allestita nell’auditorium intitolato ai caduti di Nassirya, accompagnata da persone con fasci di fiori, dagli amici e compagni di scuola di Sarah e dai gonfaloni dei comuni e delle scuole della provincia. In testa c’erano il fratello Claudio e il padre Giacomo. Appena fuori dalla camera ardente sono state liberate due colombe bianche e il gesto è stato accompagnato da applausi e commozione. Tra le corone di fiori presenti se ne notano due, quella dei “detenuti della casa circondariale di Taranto”, dove è rinchiuso lo zio di Sarah, e quella di “Avetrana tutta”. Nella città, per disposizione del Consiglio comunale, è stato istituito il lutto cittadino.

IL PARROCO: “NON CHIUDETEVI NELLA SOLITUDINE”.La messa funebre, officiata da don Dario De Stefano, non si è celebrata con rito ordinario ma solo con la liturgia della parola e la benedizione funebre. Questo perché Sarah non era battezzata. “A te solo signore la giustizia, a noi la vergogna sul volto. – sono le dure parole pronunciate dal parroco della chiesa del Sacro Cuore di Avetrana – È un giorno triste che chiude un tempo di attese, sofferenze, speranze e delusioni. E anche Sarah, la nostra Sarah, che abbiamo cercato per tanti giorni senza arrenderci. Abbiamo lottato perché volevamo rivederla sorridere, ascoltare i suoi progetti e desideri, ma tutto questo non si è avverato. Sarah è e resterà nel cuore di tutti noi e credo di tutti gli italiani”. Il parroco si è poi rivolto ai giovani presenti: “Non abbiate paura di raccontare i vostri dubbi, i vostri desideri a chi vi ama veramente e può donarvi un giusto consiglio. Non chiudetevi nella vostra solitudine che può diventare oscurità e angoscia”. Anche il sindaco di Avetrana Mario De Marco è intervenuto alla cerimonia: “È questo un giorno triste per tutti noi. Signora Concetta – ha detto rivolgendosi alla mamma della ragazza – sei una madre eccezionale”.

CAMERA ARDENTE. Nella camera ardente è stato un viavai continuo di persone. Il primo ad arrivare è stato il padre di Sarah, Giacomo, seguito poco dopo da Cosima Spagnolo, moglie di Misseri, che ha preso posto alla sua sinistra. Dopo circa un’ora è apparsa anche la figlia maggiore Valentina. Le due però sono uscite immediatamente all’arrivo della madre di Sarah, Concetta Serrano Spagnolo. A dare l’ultimo saluto a Sarah anche gli amici e i compagni di scuola: la maggior parte degli studenti dell’istituto alberghiero Mediterraneo di Marugio non sono andati in classe per poter partecipare al rito funebre. La camera ardente è rimasta aperta tutta la notte e sabato mattina per il forte afflusso di persone. Ai due lati dell’ingresso dell’auditorium c’erano due carabinieri e all’interno due vigili in alta uniforme hanno presidiato i lati della bara bianca. In rappresentanza del governo c’era il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano: “Sono qui – ha detto – per esprimere a nome del governo la solidarietà e le condoglianze per un dolore che ci ha colpiti prima che, come istituzioni, come padri, come persone e come cristiani”.

MISSERI AVREBBE TENTATO AVANCES ALTRE DUE VOLTE. Sul fronte delle indagini ci sono state nuove ammissioni di Misseri, durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip del tribunale di Taranto. Le molestie sarebbero cominciate intorno alla metà di agosto. Almeno altre due volte lo zio avrebbe tentato pesanti avances verso la nipote, regalandole poi dei soldi. Particolare questo che, sembra, la ragazzina avrebbe raccontato alla madre. Il 57enne ha ricostruito così con il gip quanto accaduto il 26 agosto: “Lei è arrivata da sola davanti alla cantina, si è affacciata e mi ha detto “zio sono tornata”. Io l’ho invitata ad entrare e ho cominciata a toccarla, lei si è ribellata. A quel punto ho preso la fune del trattore e l’ho strangolata”. Ma negli inquirenti restano molti dubbi, anche sul ruolo svolto da moglie e figlia del 57enne. Uno dei punti da chiarire è che Sarah si sarebbe lamentata dello zio proprio con la cugina Sabrina ma poi sarebbe andata da sola nella cantina. Il gip Martino Rosati ha convalidato il fermo lasciando Michele Misseri in isolamento e senza possibilità di colloquio, perché – come ha spiegato nell’ordinanza – “è necessario che non parli con i familiari perché sarebbe elevatissimo il rischio di concertazioni di difese posticce e fuorvianti”.

PERIZIA PSICHIATRICA. Lunedì il difensore di Misseri depositerà la richiesta di perizia psichiatrica per l’omicida al gip perché venga accolta in sede di incidente probatorio. Lo ha riferito lo stesso legale l’avvocato Daniele Galoppa, respingendo le voci secondo cui avrebbe ricevuto delle minacce: “Non mi è giunta nessuna minaccia e ritengo che non ne arriveranno. Io lavoro al fianco degli inquirenti per trovare tutta la verità”. Galoppa ha poi riferito un particolare relativo alla famosa notte degli interrogatori, seguita in diretta dalla trasmissione Chi l’ha visto: “Ho visto la moglie e le figlie di Misseri. Avevano notato in lui uno strano comportamento forse dovuto a stanchezza, mai però avevano pensato a quello che poi si è scoperto. Misseri è una persona che secondo me ha capito il gesto che ha fatto, sa a cosa va incontro. Si vede che è un assassino. Ha assunto un ruolo e mi sembra consapevole di doverlo portare a termine. Al mio assistito non mi sento di dire nulla, forse solo di dire tutto quello che sa e anche quello che può aiutarlo”.

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