Giustizia, Fini: “Non bisogna penalizzare i magistrati”

di Redazione

Gianfranco FiniSALERNO. “No a riforme della giustizia che penalizzano la magistratura”. Così il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in un intervento telefonico a un convegno di Generazione Italia a Salerno.

La riforma della giustizia non può “punire o penalizzare la magistratura italiana” ha detto la terza carica dello Stato. “Se vogliamo garantire condizioni di sicurezza e di legalità – ha spiegato – dobbiamo sempre e comunque ricordare che un pilastro fondamentale è rappresentato dalla nostra magistratura. Il che non vuol dire che ovviamente tutti i magistrati siano eccellenti servitori dello Stato, ce ne sono alcuni che certamente, come in qualsiasi altra categoria, hanno dei difetti, ma francamente non si può e non si deve immaginare una riforma della giustizia che parta dal principio che occorre punire o penalizzare la magistratura italiana”.

Le parole di Fini arrivano il giorno dopo la diffusione di un video con le dichiarazioni di Silvio Berlusconi, secondo cui nella magistratura “c’è un’associazione a delinquere”.

Nel suo intervento, Fini ha poi aggiunto che “nel corso delle prossime settimane, nel dibattito parlamentare, che alla Camera vedrà il gruppo di Futuro e libertà non soltanto protagonista ma determinante in termini numerici e già questo credo sia una garanzia per il rispetto del programma sottoscritto con gli elettori”.

La terza carica dello Stato ha poi parlato anche del rapporto tra Pdl e Lega Nord: “Il centrodestra è fin troppo attento alle esigenze di un partito politico qual è la Lega ma si dimentica che buona parte dei voti arriva dal Sud, da quel Meridione che deve tornare nei programmi dell’agenda politica”. “Occorre – ha aggiunto – che alle buone intenzioni seguano i frutti e quindi maggiori infrastrutture e stanziamenti. In questi mesi i fondi Fas sono serviti da salvadanaio nel quale attingere durante le esigenze che si sono verificate in Italia. Si tratta di una emergenza drammatica che coinvolge soprattutto i nostri giovani. Ad esempio in altre parti d’Europa con contratti precari guadagnano di più, cosa che qui non accade. E’ una questione che affronteremo in Parlamento come quella dello sviluppo”.

Infine, l’ex leader di An ha voluto comunque rassicurare l’elettorato del centrodestra, affermando che “siamo fedeli a quegli elettori e a quel programma, a condizione che venga declinato, scritto, applicato tutto e non venga dimenticato o peggio tradito in alcune sue parti”.

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