Disordini Genova, la stampa serba: “Ultrà pagati”

di Redazione

 BELGRADO. Esponenti della criminalità organizzata serba avrebbero pagato 200 mila euro a decine di hooligan per provocare i disordini e le violenze che hanno portato martedì scorso alla sospensione della parita Italia-Serbia a Genova.

A riferirlo con grande rilievo in prima pagina è oggi l’autorevole quotidiano belgradese Politika. “Oltre 200 mila euro sono stati pagati a più di sessanta hooligan per l’organizzazione, il viaggio, l’equipaggiamento e la provocazione dei disordini che hanno portato al mancato svolgimento della partita (fra le nazionali di Italia e Serbia) a Genova”, scrive Politika, citando una fonte vicina all’inchiesta. Stando al giornale, le indagini sarebbero orientate verso due boss mafiosi locali, un trafficante di cocaina accusato anche di riciclaggio di denaro, e un secondo malvivente leader di una organizzazione criminale sospettata di vari omicidi, rapine, furti di auto e azioni violente.

Entrambi i criminali, aggiunge il giornale, sono latitanti. Probabilmente, scrive Politika citando la stessa fonte, i due criminali avrebbero finanziato i disordini con l’obiettivo di “creare caos in Serbia”. Gli inquirenti, aggiunge il giornale, indagano al tempo stesso sull’ipotesi che i disordini di Genova possano essere legati a problemi e a situazioni di insoddisfazione in seno alla Federcalcio serba (Fss), anche se la fonte di Politika ritiene questa ipotesi meno credibile.

Sono stati convalidati gli arresti per due dei quattro tifosi serbi fermatii dopo gli incidenti allo stadio Ferraris che hanno provocato l’interruzione della partita Italia-Serbia. Per loro il gip Maurizio De Matteis ha disposto la custodia cautelare in carcere. Si tratta di Goran Tanic, di 30 anni, croato e Nenad Radovic, 20 anni serbo. Tanic, accusato di resistenza a pubblico ufficiale aggravata, si è dichiarato innocente. “Non ho fatto niente – ha detto al gip – anzi sono stato aggredito”.

Il ragazzo infatti ha una ferita e un trauma cranico. Anche Radovic si è dichiarato estraneo ai fatti e ha detto di non conoscere Ivan Bogdanov e di non fare parte di alcuna tifoseria organizzata. I due hanno inoltre detto al giudice di essere stati minacciati a Marassi dai detenuti albanesi e di voler essere trasferiti. Il gip ha preso atto delle dichiarazioni ed ha avvisato il direttore del penitenziario, Salvatore Mazzeo, per disporre misure di sicurezza.

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