Agguato in Afghanistan: 4 militari italiani morti

di Redazione

in alto, da sin. Manca e Pedone, in basso, da sin. Ville e VannozziFARAH. Quattro soldati italiani sono stati uccisi in Afghanistan, un quinto è rimasto ferito ma è fuori pericolo.

Le vittime sono ilcaporalmaggiore Gianmarco Manca, 32 anni, di Alghero (Sassari); il caporalmaggiore Marco Pedone, 23 anni, di Gagliano del Capo (Lecce); il caporalmaggiore Sebastiano Ville, 27 anni, nato a Lentini (Siracusa); del caporalmaggiore Francesco Vannozzi, 26 anni, nato a Pisa. Il ferito è invece Luca Cornacchia, 31 anni, originario di Pescina (L’Aquila). I militari erano di stanza al settimo reggimento alpini di Belluno, inquadrato nella brigata Julia.

L’episodio è avvenuto intorno alle 9.45 locali (ore 7.45 italiane)nella valle del Gullistan,200 chilometri ad est da Farah, nel centro-ovest del Paese. Secondo le prime informazioni, i soldati, tutti alpini,viaggiavano a bordo di un blindato Lince che faceva parte di una colonna logistica di circa 70 unità per trasportare il materiale necessario per la costruzione di una base avanzata.Sono rimasti vittime di un’imboscataal ritorno da una missione. Un attacco compiuto da un gruppo di guerriglieriprima con il lancio di un ordigno rudimentale, seguito dacolpi dimitra.Gli altri militari della colonna hanno reagito e messo in fuga gli attentatori. I quattro militari sono morti in poco tempo, il quinto militare ha riportato traumi vari da esplosione ed è stato trasportato in ospedale ma, rispetto alle prime informazioni, è stato dichiarato fuori pericolo.

CORNACCHIA SU FACEBOOK: “MI SONO ROTTO DI STARE QUA”. “Mi sono rotto di stare qua in Afghanistan, non si capisce nulla”. Il messaggio, datato il 3 ottobre scorso è l’ultimo che appare nella bacheca di Luca Cornacchia, il militare abruzzese ferito. Una pagina in cui, attraverso articoli foto e canzoni, Cornacchia racconta la vita in Afghanistan e il contributo alla vita di tutti i giorni. Come immagine di profilo il militare ha scelto una foto di Ernesto Che Guevara. Tra gli ultimi messaggi della bacheca, tra una video di Carmen Consoli (“Amore di plastica”) condiviso giovedì e una canzone di Vasco Rossi, spicca la foto di un soldato che dà la mano a un bambino del posto, con lo slogan “non importa quando doniamo ma quanto amore mettiamo in quello che doniamo”. C’è anche spazio a un messaggio di speranza, “tranquilli cuccioli vi riporto tutti a casa…”, scrive agli amici a casa parlando dei suoi commilitoni, tra i commenti di un video in cui scorrono le immagini dei soldati statunitensi che riabbracciano le proprie famiglie. E poi rivolto alla moglie, Monica, scrive, “amore sei la mia vita…”.

VANNOZZI: “CREDO NELLA MORTE”.Anche una delle vittime, Francesco Vannozzi, ha lanciato qualche messaggio dall’Afghanistan. Brevi testi per dire di essere ossessionato dalla sabbia. Nella sezione Info compaiono tre citazioni di taglio decisamente militare: “Si vis pacem, para bellum”. “Non so con quali armi combatteremo la Terza guerra mondiale, ma nella Quarta useremo sassi e bastoni”. “Io non credo nel paradiso; credo nel dolore, credo nella paura, credo nella morte”.

SALE NUMERO VITTIME. Sale a 34 il numero degli italiani morti in Afghanistan dall’inizio della missione Isaf, nel 2004. Di questi, la maggioranza è rimasta vittima di attentati e scontri a fuoco, altri invece sono morti in incidenti, alcuni anche per malore ed uno si è suicidato. Già 12 le vittime in questo 2010. Furono 9 nel 2009. L’ultima vittima, sempre nella provincia di Farah, è stata il tenenteAlessandro Romani, morto lo scorso 17 settembre in uno scontro a fuoco. Mentre salgono a 572 i soldati stranieri morti in Afghanistan da inizio 2010 secondo il sito icasualties.org. Il 2010è l’anno più cruento dall’inizio della missione Enduring Freedom nel 2001. Solo ad ottobre ci sono state 24 vittime tra i militari stranieri. Dal 2001 a oggi, secondo lo stesso sito, sono morti 2.142 soldati stranieri.

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