Ungheria, salgono a 5 i morti per l’ondata di fanghi tossici

di Redazione

foto ApBUDAPEST. È salito a cinque il numero dei morti per la fuoriuscita di fango tossico da una fabbrica di alluminio in Ungheria.

La notizia arriva mentre il governo precisa che l’emergenza “circoscritta” all’area interessata dalla fuoriuscita e “non c’è alcun impatto sull’acqua potabile”. Inoltre “non ci sono rischi biologici o di catastrofe ambientale per il Danubio”.

Nel frattempo, però, Budapest ha attivato il meccanismo europeo di protezione civile e ha chiesto all’Ue un aiuto tecnico per arginare la contaminazione del Danubio dopo la perdita di fango tossico da una fabbrica di aluminio. Budapest ha chiesto a Bruxelles “assistenza internazionale urgente”, in termini pratici un team di 3-5 esperti nella gestione delle fuoriuscite di prodotti tossici e nella riduzione dell’impatto ambientale. Il Centro di controllo e informazione (Mic) si è rivolto ai 31 paesi europei che fanno parte della rete di protezione e si aspetta di ricevere offerte di aiuto in breve tempo. L’aiuto eventualmente accordato dall’Ue, ha spiegato Zoltan Illes, sottosegretario all’ambiente magiaro, sarà a carico dell’Ungheria. Il Centro di monitoraggio ed informazione (Mic) della protezione civile europea è in contatto costante con le autorità ungheresi dal momento del disastro.

Intanto, la protezione civile ungherese fa sapere che il livello di inquinamento nel Danubio sta diminuendo e la situazione si sta normalizzando. Le autorità hanno poi deciso di svuotare una seconda riserva di acqua inquinata che si trova vicino alla prima vasca. Circa 100mila metri cubi di acqua inquinata sono stati gradualmente fatti fluire nel fiume Marcal, un corso d’acqua contaminato dai fanghi tossici dopo lo sversamento di lunedì e considerato di fatto morto dagli esperti.

Il fango rosso, stando al bilancio parziale stilato sino a questo momento, ha provocato dunque cinque morti, almeno 150 feriti e centinaia di sfollati in particolare nel villaggio di Kolontar, colpito in pieno dalla piena tossica. Attraverso gli affluenti, la contaminazione è arrivata fino al Danubio, il secondo corso d’acqua d’Europa per lunghezza, mettendo in allarme tutti i paesi nel cui territorio scorre il grande fiume.

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