Terzigno, Bertolaso: “Andiamo avanti”. I sindaci vogliono garanzie

di Redazione

Bertolaso e CaldoroNAPOLI.E’ “congelata”, al momento, l’ipotesi di riaprire Cava Vitiello, la seconda discarica di Terzignoin cui andrebbero ad essere depositati milioni di tonnellate di spazzatura.

Lo ha detto il sottosegretario Guido Bertolaso, nel corso del vertice in prefettura, a Napoli, con i sindaci dei quattro comuni interessati. Il capo della protezione civile chiederàal Parlamento di escludere questa seconda contestata discarica dai siti previsti dalla legge del 2008. La cava Sari, attualmente in funzione, sarà invece bonificata e continuerà a funzionare fino ad esaurimento.

C’è chi parla di “vittoria”, ma tra i manifestanti non mancano coloro che insistono chiedendo anche la chiusura di cava Sari. Un punto fondamentale in questa vicenda, dal momento che l’unica condizione posta da Bertolaso è proprio la fine immediata delle proteste prima di firmare qualsiasi bozza di accordo che potrebbe arrivare già domenica mattina in occasione di una nuova riunione dei sindaci.

BERTOLASO: “ACCORDO RESTA VALIDO”. Bertolaso ha detto che l’accordo proposto ai sindaci “è valido e ci sarà il rispetto unilaterale di questo impegno”. È già stata convocata un’altra riunione per martedì e non è escluso che alla fine un’intesa possa essere trovata. I sindaci hanno sottolineato infatti come da parte di Bertolaso ci sia un atteggiamento di apertura per “rispettare gli impegni”. “Dobbiamo dare garanzie ai nostri cittadini se cava Sari sia sicura o meno – ha detto il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, lasciando il Palazzo della Prefettura di Napoli – c’è necessità di fare gli opportuni controlli e riscontri con tecnici di nostra fiducia e capire quale sia il reale stato della discarica”. Il capo della Protezione civile ha poi spiegato che verranno seguiti tutti i sei punti del documento di accordo di sabato notte, compreso lo stop di tre giorni per il conferimento di immondizia nella cava Sari per permettere analisi delle acque, dell’aria e delle zone circostanti. Ma Bertolaso ha poi chiarito la posizione del governo: “Non arretriamo di un passo. Andremo avanti con l’accordo, rispettando i punti del decreto”.

Bertolaso, inoltre,ha sottolineato che la bozza di accordo non andrà a incidere sugli altri siti. “Non andiamo in alcun modo a creare problemi nelle altre discariche e nelle altre province. – ha detto – Abbiamo un termovalorizzatore, quello di Acerra, che funziona ed è in grado di ricevere tutto quello che viene prodotto nell’ambito della provincia di Napoli”. Il governatore della Campania Stefano Caldoro, dal canto suo, si è detto “fiducioso”. “Aspettiamo nel rispetto delle decisioni che si prenderanno”, ha affermato Caldoro, ribadendo che la situazione attuale è la conseguenza di “15 anni di ritardi e non decisione” da parte della vecchia amministrazione regionale.

NO DEI MANIFESTANTI. Ma i manifestanti non sembrano essere convinti, ritenendo “un grande inganno” iltentativo di compromesso posto in essere da Bertolaso. Addirittura se la prendono con i sindaci: “Venduti, andate via”, hanno urlato in piena notte i manifestanti ai quattro primi cittadini venuti a illustrare i termini dell’intesa con Bertolaso, mentre alcune persone con il volto coperto li hanno minacciati affinché non sottoscrivano alcun impegno.

NO ANCHE DAI SINDACI. E alla fine anchei sindaci ha detto ‘No’.I primi cittadini di Boscoreale, Terzigno, Trecase e Boscotrecase non hanno firmato il documento con il sottosegretario Bertolaso, e hanno lasciato la sede della Prefettura di Napoli nel pomeriggio di domenica, dove era stata convocata una nuova riunione per trovare una soluzione alla crisi che si è determinata nell’area vesuviana. Non tutto comunque è perduto: è già stata convocata un’altra riunione per martedì e non è escluso che alla fine un’intesa possa essere trovata.

SCONTRI.

E non si placa nemmeno la violenza. Nuovi scontri, nella notte tra sabato e domenica,tra forze dell’ordine e manifestanti da un capo all’altro della rotonda Panoramica con lanci di petardi e lacrimogeni. Più volte i manifestanti, si tratta di gruppi di giovanissimi, sono avanzati verso le forze dell’ordine che hanno reagito con piccole cariche di alleggerimento. Sul selciato gli agenti hanno anche trovato una molotov non esplosa, mentre almeno altre tre molotov sono state fatte esplodere a poca distanza da un mezzo della polizia. E ancora lanci di pietre verso i poliziotti e masserizie date alle fiamme lungo la strada che collega la rotonda al centro di Boscoreale. Incendiata anche l’autovettura di un giornalista freelance, posta da giovani facinorosi in mezzo alla carreggiataper far rallentare l’avanzata della polizia. Due persone sono state fermate dalla polizia per essere identificate. Nessun ferito, fortunatamente, è stato registrato.

CORTEO FUNEBRE. Intanto, domenica mattinaè partito un vero e proprio corteo “funebre”, con tanto di carro e corona di fiori firmata “I cittadini del parco nazionale del Vesuvio”. I cittadini di Terzigno, Boscoreale e Boscotrecase che si sono dati appuntamento alla rotonda dei Passanti per raggiungere a piedi la rotonda di via Panoramica, luogo del presidio permanente della protesta. Alle finestre appese delle lenzuola bianche e striscioni su cui si legge: “Voi mangiate i nostri soldi, noi mangiano camorra e rifiuti”, e ancora: “Berlusconi e Bertolaso anche l’Europa vi ha schifato”.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico