Tentato omicidio del boss Silvestre: due ordinanze contro clan Marrazzo

di Redazione

 NAPOLI. Tentarono di uccidere il capoclan Antonio Silvestre per la gestione di alcune estorsioni sul territorio di Casandrino.

Oggi è stata notificata dalle forze dell’ordine un’ordinanza di custodia in carcere, emessa dalla Dda di Napoli, nei confronti di Antonio e Vincenzo Marrazzo (detto ‘Enzuccio l’elettrauto’), rispettivamente di 42 e 46 anni, ritenuti capi, promotori e organizzatori dell’omonima organizzazione criminale. I due sono ritenuti responsabili, in concorso tra loro, del tentato omicidio di Silvestre, avvenuto a Casandrino il 14 giugno 1996.

All’epoca dei fatti l’uomo, oggi collaboratore di giustizia, era a capo dell’omonimo clan camorristico alleato dei Ranucci. Per l’attentato vennero esplosi, contro Silvestre alias ‘Don ‘Ndo’, alcuni colpi d’arma da fuoco con fucile a pallettoni. Nel momento dell’agguato si trovava sul posto anche un bambino di quattro anni che venne salvato dallo stesso Silvestre che spinse il piccolo all’interno di un portone.

Dalle indagini è emerso che l’episodio scaturì dallo scontro in atto, all’epoca dei fatti, tra le due opposte organizzazioni criminali: i Marrazzo e i Ranucci.Il movente del tentato omicidio era da individuarsi nei contrasti sorti tra i clan per la gestione delle attività estorsive a Casandrino. In particolare, i collaboratori di giustizia hanno riferito che l’episodio scaturì per la riscossione di una tangente che doveva essere pagata da un imprenditore del settore della raccolta e dallo smaltimento dei rifiuti.

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