Camorra, tentati omicidi: otto ordinanze contro clan Bidognetti

di Redazione

Alessandro CirilloFranco LetiziaCASERTA. Nella mattinata del 21 ottobre, i carabinieri del nucleo investigativo di Caserta hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, …

… emessa dal Gip presso il Tribunale di Napoli su richiesta della locale Dda, nei confronti di otto affiliati al clan dei casalesi – fazione Bidognetti, ritenuti responsabili a vario titolo di omicidio, tentato omicidio, nonché porto e detenzione illegale armi da fuoco, aggravati dalla finalità di aver agevolato le attività del sodalizio criminale di appartenenza. Il provvedimento restrittivo costituisce l’epilogo di un’indagine attraverso cui è stato possibile acquisire gravi ed inconfutabili elementi di colpevolezza a carico degli indagati in relazione: all’omicidio di Michele Pietropaolo, classe 1949, commesso il 31 gennaio 2001 a Castel Volturno; al tentato omicidio di Francesco Panaro, nato nel 1961, non portato a compimento in quell’occasione, per il preventivo arresto del killer designato, Francesco Di Maio, il 16 febbraio 2001 a Casal di Principe (successivamente, il 10 settembre 2001, Panaro era vittima di altro attentato omicidiario).

Le motivazioni dei due fatti di sangue erano riconducibili alla necessità da parte del gruppo Bidognetti: nel primo caso, di riaffermare la propria supremazia con l’eliminazione di un sodale “infedele”, ritenuto colpevole di sottrarre i proventi delle attività estorsive; nel secondo caso, di eliminare un esponente del contrapposto gruppo criminale “Cantiello-Tavoletta” composto da fuoriusciti del gruppo Bidognetti.

I destinatari della misura sono: Alessandro Cirillo, 34 anni, Giovanni Letizia, 30, Francesco Di Mario, 42, Luigi Grassia, 37, Gaetano Pagano, 58, Esterina Pagano, 53, Franco Letizia, 33, Michelina Rezzo, 60. I primi sette sono già detenuti per altra causa mentre la Rezzo è stata catturata presso la propria abitazione a Pozzuoli (Napoli).

Cirillo e Letizia furono tratti in arresto, mentre erano latitanti, il 30 settembre 2008, insieme a Oreste Spagnuolo: facevano parte del cosiddetto “gruppo Setola” o “gruppo di fuoco”, che tra la primavera del 2008 e l’inizio del 2009 si è reso responsabile di efferati omicidi in provincia di Caserta.

La Rezzo, in particolare, aveva fornito appoggio logistico ai setoliani, partecipando attivamente all’azione delittuosa, avvisando con un telefono “dedicato” il commando del momento propizio per agire.

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