Cementir, appello di Scalera a Zinzi

di Redazione

Carlo ScaleraMADDALONI. Il leader locale di Sinistra ecologia e libertà, il radicale Carlo Scalera, interviene in merito alle recenti dichiarazioni del presidente Zinzi intorno alla vicenda Cementir. Con una lettera indirizzata direttamente al presidente della Provincia.

Di seguito il testo integrale della sua nota: “Non posso che giudicare positivamente la seguente dichiarazione rilasciata dal Presidente della Provincia Domenico Zinzi: Indubbiamente stiamo parlando di attività utili, che creano posti di lavoro ma la parola chiave, a mio avviso è pianificare. Pianificare significa, da un lato, salvare i posti di lavoro creando alternative valide e, dall’altro, recuperare le ferite subite dal territorio’. Bene signor Presidente, noi cittadini di Maddaloni siamo stanchi di vedere il nostro territorio sventrato e derubato, senza mai ricevere nulla in cambio, se non qualche piatto di lenticchie. Abbiamo dato i nostri migliori terreni ad una iniziativa imprenditoriale che non ha creato neanche un posto di lavoro. Siamo stati soggiogati e beffeggiati da un sottosegretario, che ci ha regalato una discarica ‘lo Uttaro’ a due passi da Maddaloni, con l’intento di bonificare il Foro Boario.

Siamo stati condannati per anni a continui sversamenti abusivi, tra cui le cito (uno su tutti) La Masseria Monti. Ospitiamo una centrale a Turbogas, e da tanti anni non si è avuto in cambio neanche un minimo accenno di insediamento industriale. Ospitiamo il più grande elettrodotto d’Europa, Matera-Santa Sofia, senza ricevere nessun beneficio, anzi donando terreni fertilissimi che non potranno mai più essere utilizzati. Abbiamo ai nostri confini una zona denominata ‘Calabricito’, dove nel passato, e non dico ancora tutt’oggi, si è fatto di tutto e più non posso. Infine confiniamo con il famoso inceneritore di Acerra, dove studi hanno dimostrato come, una sorta di venti trasporta una quantità di sostanze malefiche, che, ricadendo sulla nostra città, rovinano ancora di più la salute dei cittadini.

Senza parlare del fallimento dello scalo merci, e della scomparsa o della rapina sul nostro territorio di tutti i grandi servizi, si parla dell’ospedale, della sezione distaccata del tribunale, ieri del Cira, dell’Università etc., e mi fermo qui perché l’elenco è lungo. Ora io non posso che accettare come buon auspicio il suo intervento, con la speranza di ricordare, a noi tutti e a Lei Presidente, che qui a Maddaloni abbiamo toccato il fondo con la scomparsa della politica, e non mi resta che rammentare con nostalgia a chi legge, che in passato Maddaloni, la nostra città, per decenni è stato il luogo di incontro, di confronto, (anche grazie alla presenza di scuole superiori assenti sul territorio ma non in città più o meno vicine quali l’est casertano, Valle di Maddaloni, Cancello, Acerra e persino Casalnuovo), di fermenti culturali che a volte dividevano ed altre univano i giovani, e ciò induceva ad un confronto quotidiano su problematiche anche molto più ‘grandi’ di loro, affrontando tematiche come lo stato di diritto, il divorzio, l’aborto, le ideologie. Questa quotidiana palestra, con il decadimento delle scuole cittadine, il fallimento di posti di lavoro, la sola presenza di industrie insalubri, con la scomparsa delle ideologie e la discesa in politica di businiss-man (a livello nazionale e cittadino), ha portato da anni alla perdita della nostra identità.

Oggi i giovani si azzuffano per futili motivi, per carenza di ideali, per il dilagante bullismo che troppo spesso li conduce su una strada senza ritorno : la criminalità. Signor Presidente, questo territorio dice basta ad attività negative e mette al centro della discussione e scommette tutto su un economia verde. Il miglior investimento che possiamo fare per contrastare la recessione e creare posti di lavoro è puntare sulla modernizzazione ecologica dell’economia. Un numero crescente di imprese, anche in Italia, lo ha già capito. Sotto i nostri occhi sta avvenendo un sommovimento profondo: al punto che forse tra qualche anno quella che oggi chiamiamo ‘economia verde’ chiameremo, più semplicemente, con una parola sola: economia.

Sempre più l’economia vincente sarà quella capace di creare più ricchezza e benessere con meno consumo di energia e di materie prime, producendo meno rifiuti e meno inquinamento. La sfida ambientale, da questo punto di vista, come sottolinea con forza l’enciclica di Benedetto XVI, è anche una opportunità di umanizzazione dell’economia”.

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