Sarah, perquisite abitazioni e ispezionate cave

di Redazione

Sarah ScazziTARANTO. I carabinieri hanno perquisito otto abitazioni di Avetrana e dei comuni limitrofi della provincia di Taranto, nell’ambito delle indagini per la scomparsa della quindicenne Sarah Scazzi.

Gli accertamenti non hanno dato alcun esito utile alle indagini. Continuano, intanto, i controlli sul territorio, in particolare nelle numerose masserie e nei casolari abbandonati. Alle ricerche partecipano circa 50 persone tra forze dell’ordine e volontari.

Ispezionate dai carabinieri le numerose cave della zona di Avetrana, in provincia di Taranto. Perlustrata la zona confinante con la vicina provincia di Brindisi anche in seguito a una segnalazione anonima, poi rivelatasi frutto di un mitomane, giunta al 118 di Brindisi che parlava della presenza di un cadavere insaguinato. La segnalazione proveniva da una cabina telefonica.

Inoltre, i carabinieri, anche sulla base degli scritti trovati sui diari di Sarah, hanno convocato alcuni amici della ragazza. Altri, invece, si sono presentati spontaneamente in caserma aiutando i carabinieri a ricostruire tutta la rete di amicizie. Una pista, tra quelle aperte dagli inquirenti, porta proprio a un rapimento effettuato nell’ambito della rete di amicizie. Sarah frequentava un gruppo del quale faceva parte una cugina composto anche da persone maggiorenni e in ogni caso più grandi di lei.

La Gazzetta del Mezzogiorno dedica a Sarah una pagina-manifesto, uno spazio con una grande foto della quindicenne sorridente sormontata dalla scritta “Chi ha visto Sarah?” e con l’invito a contattare il 112 per fornire eventuali informazioni. “La locandina – spiega ai lettori il direttore Carlo Bollino – verrà esposta in 2.300 edicole di Puglia e Basilicata” ed è possibile appenderla “nei bar, nelle case, nei cinema, nelle stazioni di servizio, nei locali da ballo e lungo i marciapiedi”. “Perché – scrive Bollino – noi vogliamo credere che lei sia viva e che attenda solo di essere cercata. E affinchè mai più nessuno possa dire un giorno, come accadde per Elisa (Claps ndr), di non aver saputo”.

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