Parmalat, chiesto l’arresto per Tanzi

di Redazione

Calisto TanziMILANO. Il procuratore generale di Milano ha chiesto l’arresto per l’ex patron della Parmalat, Calisto Tanzi, poiché sussiste “il pericolo di reiterazione del reato o di fuga”.

L’istanza era stata presentata dalla procura lombarda dopo la conferma della condanna in appello ed è stata discussa lunedì davanti al Tribunale del Riesame, alla presenza di Tanzi. Si tratta dell’impugnazione della decisione della corte d’Appello, cheaveva rigettato la richiesta di arresto, spiegando che Tanzi non aveva dato segnali di voler scappare.

Il pm Eugenio Fusco ha sostenuto che il pericolo di fuga è invece attualizzato dalla vicenda dei quadri di valore che erano stati sottratti da Tanzi al fallimento dell’azienda agro-alimentare. Secondo Fusco, inoltre, c’è il rischio che l’ex patron di Parmalat possa commettere altri reati.

Tanzi ha più di 70 anni, ma ciò impedisce di andare in carcere solo per scontare la pena definitiva non la custodia cautelare. La usa condanna per aggiotaggio dovrebbe diventare definitiva entro il giugno dell’anno prossimo se non interverrà la prescrizione. La scorsa settimana la procura di Parma, al termine della requisitoria nel processo principale sulla bancarotta del gruppo di Collecchio ha chiesto la condanna di Tanzi a 20 anni di carcere.

DIFESA: “MOTIVAZIONI APODITTICHE”. “Sono apodittiche le motivazioni alla base della richiesta di arresto per Calisto Tanzi. Non c’è nessun pericolo di fuga, il comportamento di Tanzi è sempre stato ossequioso nei confronti della magistratura”. E’ il commento di Giampiero Biancolella, legale di Tanzi. “Le motivazioni-continua l’avvocato Biancolella -riferimento al vecchio viaggi a Quito. Da quel viaggio, Tanzi tornò. Come hanno scritto i giudici della Corte d’Appello nel respingere una prima richiesta d’arresto, non si capisce da dove si possa desumere questo pericolo di fuga, considerando anche che Tanzi non ha beni all’estero e ha sempre avuto un comportamento ossequioso nei confronti della magistratura. – conclude il legale – Per quanto riguarda i quadri, Tanzi li ha messi a disposizione della magistratura, pur sapendo che appartengono alla moglie”.

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