Falsi permessi di soggiorno: sgominata organizzazione internazionale

di Redazione

 VERONA. La Guardia di Finanza di Verona ha arrestato sette persone facenti parte di un’organizzazione internazionale che procurava documenti falsi a cittadini extracomunitari al fine di concedere loro permessi di soggiorno stagionali in agricoltura.

Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal gip Sandro Sperandio, su richiesta del pm Paolo Sachar. Degli arrestati, cinque sono italiani, di cui tre sindacalisti veronesi della Ugl Agricoltura: il presidente Gianluigi Falavigna di Vigasio, Marino Coeli, residente ad Albaredo d’Adige, e Andrea Corbellari, di Badia Calavena. In manette anche Camillo Gambi, di Albaredo, insieme alla moglie rumena, e un cittadino pakistano residente a Bergamo. Ai domiciliari Luca Bertoli di Capriano del Colle.

Secondo gli inquirenti, tra il 2008 e il 2010, nel veronese e nelle province di Bergamo e Brescia, avrebbero aiutato oltre 500 indiani, pakistani e marocchini a ricevere i permessi dallo Sportello Unico per l’immigrazione, nonostante non avessero i titoli.

Le indagini, culminate con l’operazione denominata “Landless”, sono partite nel 2009 dopo la denuncia di alcuni cittadini marocchini vittime di un raggiro perpetrato da propri connazionali. Questi erano stati contattati in Marocco e, con la promessa di ottenere un regolare permesso di soggiorno in Italia, una sistemazione e un regolare posto di lavoro, pagavano ai connazionali tra 7 e 9mila euro. Entrati nel Paese regolarmente muniti del visto dell’autorità consolare italiana venivano poi abbandonati al loro destino.

Dall’attività investigativa è emerso che gli immigrati non solo non lavoravano nelle aziende “dichiarate” richiedenti il loro ingresso ma, dopo essere stati alloggiati per pochi giorni in due diverse abitazioni in affitto a Cerea e Casaleone, venivano costretti ad andarsene. Le aziende agricole, presso le quali era stato dichiarato avrebbero lavorato, erano di fatto inesistenti oppure all’oscuro della vicenda. Le Fiamme gialle calcolano in 4 milioni e mezzo di euro il fatturato per l’organizzazione. Le indagini continuano per individuare beni immobili, mobili ed aziende costituite per riciclare i proventi dell’attività illecita.

“E’ stata smantellata un’organizzazione che truffava persone in buona fede, convinte di entrare legalmente in Italia per lavorare e di potervi restare in maniera regolare”. E’ il commento del sindaco di Verona, Flavio Tosi. “Vista la loro buona fede – ha aggiunto Tosi – vedremo di interessare il Ministero dell’Interno per la sorte di queste persone che, senza volerlo, si sono ritrovate a vivere come clandestini sul nostro territorio”. Il sindaco ha quindi espresso le sue “più vive congratulazioni al colonnello Bruno Biagi, comandante provinciale della Guardia di finanza di Verona, che con grande efficacia ha coordinato un’operazione complessa che ha coinvolto, oltre alla nostra, anche altre province del nord Italia”.

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