Ciarrapico, battuta antisemita: “Il traditore Fini ha gia’ ordinato le kippah”

di Redazione

Giuseppe Ciarrapico ROMA. La mattinata al Senato, in occasione della richiesta di fiducia del premier, è stata segnata dalle parole del senatore del Pdl Giuseppe Ciarrapico nei confronti di Gianfranco Fini.

Rivolgendosi a Berlusconi, l’expresidente della Roma Calcioe storico esponente della corrente democristiana di Andreotti, ha detto: “I 35 parlamentari finiani non sarebbero mai stati eletti se non li avesse fatti eleggere lei signor presidente” e “torneranno nell’ombra. Come nell’ombra tornerà la terza carica dello Stato che Ella, molto generosamente, gli aveva affidato”.”Fini ha fatto sapere che presto fonderà un nuovo partito. Spero che abbia già ordinato le kippah – ha aggiunto Ciarrapico, riferendosi al copricapo maschile usato dagli ebrei osservanti – perché è di questo che si tratta. Chi ha tradito una volta, tradisce sempre. Può darsi pure che Fini svolga una missione ma è una missione tutta sua personale. Se la tenga. Quando andremo a votare vedremo quanti voti prenderà il transfuga Fini”.

Uno sdegno bipartisan quello provocato dalle dichiarazioni del senatore, dal Senatoalla Camera (dove si è rotta la”consuetudine”, tra l’altro prevista dal regolamento,di non commentare quello che succede a Palazzo Madama), dal centrosinistra al centrodestra. Emanuele Fiano, deputato del Pd, ha attaccato: “Era da qualche decina d’anni che non sentivamo risuonare in un’aula del Parlamento cose del genere. Si parla del copricapo degli ebrei come di un disvalore. Si associa Fini al tradimento perché forse è sceso a patti con qualche ebreo. Forse- commenta sarcastico – perché c’è un complotto demo-pluto-giudaico”. “E’ una vergogna e quel Ciarrapico fascista e antisemita si deve vergognare”. A Fiano fa eco la collega di partito Anna Finocchiaro: “Chiediamo al presidente del Consiglio di dissociarsi ufficialmente di fronte al Parlamento e in modo chiaro e netto dalle inaccettabili dichiarazioni antisemite di Ciarrapico”.

L’intervento di Ciarrapico (30.09.10)

Anche dai banchi del Pdl si alza Fiamma Nirenstein per appoggiare il collega democratico: quelle di Ciarrapico sono “parole intollerabili, noi dobbiamo opporci a qualunque tipo di antisemitismo, è intollerabile questo atteggiamento, è una questione di civiltà”. “Le parole del senatore Ciarrapico sono totalmente inaccettabili” rincara la dose il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. Solidale anche Luca Barbareschi di Futuro e Libertà: “È scandaloso quanto sta accadendo, parole di tale imbecillità sono una offesa per il nostro Paese”. L’altrofiniano Moffa ha chiesto a Berlusconi di prendere le distanze dal senatore, mentre Adornato ha chiesto rispetto per una “Repubblica i cui valori contraddicono alla radice ogni razzismo”.

Anche FareFuturo, la fondazione vicina a Fini, condanna l’intervento del senatore: “No, noi non siamo la destra di Giuseppe Ciarrapico. – scrive Alessandro Oriente – Noi non abbiamo nulla a che fare con chi, nel Senato della Repubblica, urla ai ‘rinnegati’ finiani di ‘ordinarsi le kippah con cui presentarsi agli elettori’. Noi non abbiamo nulla a che fare con le volgarità di chi accusa Futuro e libertà di ‘far rigirare nella tomba Tatarella’. Noi non abbiamo nulla a che fare con chi si augura che il presidente della Camera “ritorni nell’ombra da cui è stato tirato fuori”.

Ciarrapico aveva creato un’altra bufera nel marzo 2008, in occasione della sua discussa candidatura alle elezioni politiche, quando, in un’intervista, disse di non aver “mai rinnegato il fascismo”. “Il fascismo – disse a Repubblica – mi ha dato sofferenze e gioie. Mai rinnegato, mai confuso, mai intorpidita la mente da pensieri sconclusionati e antistorici”. Ed a proposito delle foto di Benito Mussolini che campeggiano in alcune redazioni di giornali da lui editi, commentò: “E’ bellissimo, c’è ovunque”. Poi era balzato di nuovo alle cronache lo scorso maggio quando è stato indagato dalla Procura di Roma per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, dal 2002 al 2006 Ciarrapico avrebbe avuto contributi per l’editoria pari a circa 20 milioni di euro. ”Un avviso di garanzia non invecchia mai e può far sempre comodo se si tratta di un senatore del Popolo della libertà”, aveva commentato Ciarrapico.

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