GRAZZANISE. La data storica dell8 settembre (per larmistizio del 1943) è storica a Grazzanise per la lunga processione dellamatissima Madonna di Montevergine.
Una volta la dolce e venerata statua partiva alle 2 del pomeriggio per visitare vie e vicoli, accolta dalle invocazioni dei fedeli; negli ultimi tempi linizio è slittato alle 4 e la conclusione anche all1 di notte: durata complessiva, oltre 9 ore. Questanno però la peregrinatio Mariae è finita intorno alle 8,30 di sera, ma non per determinazione dellarcivescovo, del parroco o del comitato dei festeggiamenti, bensì per un forte temporale che si è abbattuto sul paese, come non avveniva da tempo immemore. Migliaia di persone, molte delle quali in attesa ai crocevia, hanno dovuto trovar riparo sotto i balconi, ma la furia della pioggia le ha costrette infine a far ritorno a casa.
E la statua della Regina di Grazzanise? Per difenderla dalle pioggia battente, lhanno portata in visita nella chiesetta dove si ammira il quadro della Madonna dellArco (non meno materno e rassicurante) e dove il Lunedì in Albis di ogni anno giungono carponi i candidi battenti al termine di una lunga corsa in fila, alzando bandiere, foulards e toselli. Sicché solo dopo quasi un paio dore la Regina, ricca doro e di splendidi fiori, ha potuto rientrare nel suo tempio, salutata non più dai fuochi dartificio, ma da canti e squilli di campane. Allora, strade deserte ed allagate a Grazzanise proprio nelle ore in cui, negli anni scorsi, il centro del Basso Volturno era affollato di residenti ed originari tornati apposta per la storica processione, non senza cogliere la religiosa circostanza per riabbracciare familiari e vecchi amici. Persone in attesa agli angoli delle vie e religiosa circostanza: infatti, i due fenomeni annualmente si ripetono, con sussulti di critiche che tuttavia puntualmente si diffondono e ben presto si dissolvono, per lindole stessa dei grazzanisani, atteso che la confusione regna sovrana ed un rito religioso si va trasformando sempre di più in una kermesse che con lortodossa pietà mariana per davvero ha poco ormai da spartire.
Lindimenticato mons. Modesto Petrella -che negli anni Cinquanta fece molto per organizzare a dovere il religioso evento- disponeva, in testa al corteo, una lunga fila di donne scalze e recanti pesanti ceri accesi , seguite dalle Figlie di Maria in rigoroso abito biancazzurro e poi dalle rappresentanze delle associazioni cattoliche, da fratelli di qualche resistente congrega, dalla banda musicale che precedeva leffigie della Madonna di Montevergine (molto diversa da quella di stile bizantino che si venera sul montagnone presso Avellino) dietro la quale si muoveva il popolo in cammino.
Dalla morte del monsignore (1974) la processione dell8 settembre, anno per anno, è andata perfino imbarbarendosi: ormai pochissimi i fedeli in grado di seguire lintero lungo percorso; le staffette di comari allora si fermano nelle piazzette ad attendere
Cè stato perciò chi ha interpretato il nubifragio del 2010 come un segno del Cielo che di certo gradirà una durata minore ed unorganizzazione della processione più fedele alla spiritualità, definitivamente sopprimendo lindomabile contaminazione tra profano e sacro. Le autorità religiose ascolteranno quel segno e daranno le ormai inevitabili e nuove direttive?
inviato da Raffaele Raimondo