Udc, De Gaetano replica al coordinamento aversano

di Redazione

Salvatore De GaetanoAVERSA. Il consigliere di maggioranza Salvatore De Gaetano, che si è reso autonomo dal gruppo Udc, entrando nel “Gruppo Unico delle Autonomie” di Paolo Santulli, replica al coordinamento aversano dello scudocrociato.

A seguito del mio comunicato stampa avevo deciso di non rispondere ad eventuali quanto prevedibili contestazioni, per non generare futili ed inutili polemiche, ma mio figlio Mattia, per la verità poco addentro alle cose politiche, vedendomi negli ultimi tempi amareggiato e leggendo la replica del commissario cittadino, mi ha detto: “Papà è incredibile, non puoi non rispondere”.

Un commento, infatti, quello del commissario cittadino, riportante mezze verità e, soprattutto, che non fa onore allo stesso commissario, acclarata la sua invidiabile visione politica frutto, del resto, della sua grande esperienza. Dice bene il commissario che il patto elettorale prevedeva la scelta, dei vari ruoli istituzionali, tra i candidati “nel rispetto delle capacità e delle professionalità, secondo il criterio dei consensi ottenuti” ma, per pura coincidenza, tutte queste qualità erano racchiuse negli eletti. E gli altri ventisei candidati? Alle prossime elezioni suggerisco ai sottoscrittori delle candidature di allegare anche un “curriculum vitae” politico e professionale. Sa bene il commissario che quello che sembrava un infallibile metodo democratico fu subito contestato dal sottoscritto.

Preciso, inoltre, che non in ossequio al ‘patto elettorale’ sono stato eletto, ma grazie ai miei elettori, visto anche che non poteva essere diversamente. Corrisponde a verità che circa due anni fa mi fu proposta la carica di assessore, ma il commissario nel suo commento non riporta che la stessa proposta fu fatta anche agli altri consiglieri del gruppo e che l’allora situazione politica fu valutata delicata, per cui ci fu un’ intesa d’una verifica ad un anno. Verifica mai realizzata, e ciò credo non possa trovare smentita.

Il commissario, inoltre, dimentica la sua assenza, seguita alle sue dimissioni, per quasi un anno, periodo nel quale la gestione del partito, ha avuto dei riferimenti ben precisi nel vicesegretario provinciale e nello stesso segretario provinciale. Dal reale e continuo confronto fu individuato allora un percorso politico di rilancio dell’attività amministrativa, percorso che prevedeva rivalutazione degli incarichi assessoriali, legittime rivendicazioni per altri ruoli all’interno dell’amministrazione, individuazione delle candidature provinciali e regionali e tant’altro, tutto poi disinvoltamente disatteso dall’ attuale dirigenza forse in nome ‘del preciso (ed univoco ) patto elettorale’ che prevedeva il rispetto solo di quel patto.

Preciso anche che non mi è mai stato difficile far prevalere le mie tesi, attesa la pochezza delle argomentazioni e che quando parlo di mortificazione politica ed umana è a questo che mi riferisco. Se poi tale termine mortificazione stona’,visto anche l’intervento del mio ex capogruppo in Consiglio comunale, posso offrire dei sinonimi: ‘umiliare, avvilire, ferire, …’ e anche i contrari, ‘esaltare, gratificare….’. Non ho mai anteposto ‘gli interessi legittimi dei consiglieri’ a quelli della città e del partito e se qualcuno dice il contrario o non sa (allora taccia) o è in mala fede.

Infine, anche nella mia affermazione di ‘involuzione sistematica’ ho semplicemente sottoposto una mia considerazione agli organi provinciali, che certamente hanno la stessa scala di valori nel giudicare e valutare quello che succede ad Aversa e nelle altre realtà della Provincia.

Alla luce di ciò, non replicherò più a nessun tipo di dichiarazione e, come io ho dato ascolto a mio figlio, invito il segretario provinciale, nell’interesse dei valori tanto decantati, a fare chiarezza. Ciò in nome della sua credibilità e di quella del partito,dando forza così a quei militanti che veramente credono in quei valori, usati, invece, ad Aversa ad uso e consumo”.

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