Rifiuti, Consorzio unico: procedura di cassa integrazione per 424 dipendenti

di Redazione

Gianfranco TortoranoAVERSA. Il commissario liquidatore del Consorzio unico di bacino, Gianfranco Tortorano, ufficialmente le procedure per la cassa integrazione guadagni straordinaria in deroga per ben 424 dei 1.287 dipendenti in organico.

Il provvedimento farà data dal primo ottobre, e verosimilmente fino al 31 dicembre, in coincidenza col passaggio di cantiere alla Gisec. Le organizzazioni sindacali sono state convocate per il 17 settembre a Napoli, nella sede della struttura commissariale a Palazzo Salerno, per le consultazioni formali di legge.

LE MOTIVAZIONI. Tortorano ha motivato ampiamente il ricorso alla Cigs, precisando che i 424 esuberi (“di cui 358 ascrivibili alla categoria degli operatori diretti, e 66 a quella impiegatizia”) sono quelli che scaturiscono dalla dotazione organica elaborata ai sensi di legge e sottoposta all’approvazione del capo dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso, che ha concesso il proprio placet il primo settembre scorso. Nella nota il commissario sottolinea che “la gestione ordinaria del Consorzio continua ed evidenziare default economici dipendenti dai costi sostenuti per l’espletamento del servizio e i ricavi delle relative commesse”. Ed addita inoltre “le gravi carenze finanziarie conseguenti al mancato versamento dei canoni da parte dei Comuni contrattualizzati”; “le necessità di investimenti strutturali per dar seguito agli adempimenti previsti in materia di sicurezza, non sostenibili in termini patrimoniali e di liquidità”; gli “insostenibili impegni di spesa per la fase di gestione post mortem degli impianti e delle discariche”; l’impossibilità di conciliare la gestione con la fase liquidatoria, visti anche i progressivi indebitamenti per imposte, tasse contributi che espongono il commissario a rischi di sanzione.

PROTESTA DEI SINDACATI. Il documento è stato anticipato via fax alle categorie nel tardo pomeriggio di venerdì e, nonostante le ben note difficoltà finanziarie dell’ente, che rendono assai problematico far fronte agli stipendi, è stato accolto come un fulmine a ciel sereno. Tanto che tra gli stessi dirigenti sindacali c’è chi ha letto questo improvviso precipitare degli eventi come una risposta alla manifestazione di protesta inscenata nella mattinata di venerdì da due sigle autonome, la Fiadel e la Filas, sotto la sede della Provincia, per chiedere senza mezzi termini la rimozione del commissario liquidatore: come si legge nel verbale sottoscritto alla fine dell’incontro avvenuto subito dopo con i rappresentanti dell’ente. Nel documento, peraltro, Filas e Fiadel prendono atto che “la Provincia, sebbene non abbia competenze nel pagamento degli stipendi, è più volte intervenuta nei confronti del commissario affinché adempiesse ai propri doveri”. E si riservano di presentare entro domani una bozza di un protocollo d’intesa che preveda l’assunzione in carico alla Gisec, a far data dal primo gennaio 2011 di tutto il personale in organico a Caserta. Una proposta che l’ente di corso Trieste si è impegnata solo ad esaminare”.

CGIL SI DISSOCIA. Raffaele Maietta, leader della Cgil, si dissocia apertamente dalle iniziative di Fiadel e Filas: “La manifestazione di protesta sotto la Provincia per chiedere la testa del commissario appare incomprensibile, visto che avevamo già ottenuto un tavolo permanente di confronto in prefettura. È un gesto che ha il sapore della strumentalizzazione e che rischia di far precipitare gli eventi. In ogni caso noi diserteremo la convocazione a Palazzo Salerno e osteggeremo in ogni modo il percorso verso al Cigs”. E in riferimento a una possibile escalation che sfociasse in blocchi stradali, come nel marzo scorso, ammonisce: “Sarebbe un danno ulteriore alla trattativa”.

FIADEL. “424 famiglie andranno in mezzo alla strada”, gridano dal sindacato Fiadel. “Complimenti a Tortorano e alla politica, che ancora una volta hanno deciso di martirizzare la provincia di Caserta. I politici dove sono? I sindaci del casertano saranno dunque ben lieti di mandare a casa i loro concittadini e prendere nei propri comuni a lavorare i dipendenti napoletani che solo perché assunti qualche anno prima, attraverso l’ordinanza 1/99, si trovano con diritto di prelazione al lavoro e alla vita? Ricordando poi che quelli dell’ordinanza sono gli stessi che per anni non hanno avuto neanche i cantieri di lavoro, e che ancora oggi a Napoli sono meno di una mezza dozzina i comuni che si servono di questi lavoratori, mentre in provincia di Caserta superano la sessantina. Quindi la maggior parte sono senza lavoro, per colpa sicuramente della classe dirigente, ma percepiscono lo stipendio. Però adesso loro avranno un lavoro nel casertano, mentre i casertani dovranno andare a casa. Come Fiadel-Caserta abbiamo più volte chiesto la separazione delle Articolazioni, ma siamo rimasti inascoltati, anche a causa della pressione di altre organizzazioni sindacali, che evidentemente non hanno a cuore la sorte dei lavoratori del casertano. Caserta infatti non ha esuberi, ma ora si ritrova a scontare le problematiche di Napoli, che forte dei propri esponenti politici (quelli che hanno nominato lo stesso Tortorano), scaricherà tutto su Terra di Lavoro. Con questo provvedimento si vuole una sorta di guerra sociale, una guerra tra poveri che noi, ma anche la politica, quella con la P, maiuscola, non possiamo consentire! Non possiamo permettere a Tortorano e a chi per lui, di mettere in mezzo alla strada delle persone, soprattutto coloro che hanno lavorato davvero, togliendo l’immondizia per strada anche a mani nude (perché il Consorzio Unico a parte i mega stipendi per Tortorano, i maxi dirigenti e i consulenti nominati dallo stesso liquidatore, non ha nemmeno i soldi per comprare scope e guanti!)mentre chi è stato per anni con le mani in mano adesso ha garantito il posto di lavoro. Non dimentichiamo poi che la maggior parte delle date di assunzione dei casertani non riportano la data di passaggio di Cantiere, come invece prevede l’art.6 del Ccnl. Infatti molti lavoratori provenivano da ditte private che svolgevano negli anni novanta il servizio di igiene urbana presso i comuni del casertano. Sono quelle le date di assunzione e non i passaggi avvenuti al Consorzio nel 2006 o negli anni successivi. Gente che lavora da venti anni non si può mettere in mezzo alla strada, in un settore dove invece c’è addirittura carenza di personale. Per questo e lo chiedono i lavoratori, che i sindaci della provincia di Caserta ed il Presidente Zinzi siano al nostro fianco per scongiurare questa che si preannuncia come una vera e propria guerra sociale. Una scelta coraggiosa, che chiediamo a questi ultimi, è quella di dividere le due province in Articolazione separate. Caserta non può e non deve calarsi le braghe nei confronti della politica napoletano”.

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