L’assessore Orabona troppo stacanovista: resta “imprigionato” in Municipio

di Redazione

 AVERSA. Che nessuno, ma proprio nessuno osi dire più che al comune normanno non si lavora, non si produce, e che si fa la fila (peggio di quella in autogrill nelle domeniche di trasferta) per timbrare il cartellino d’uscita.

Ciò che è capitato l’altra sera all’assessore Isidoro Orabona, mentre era assorto quasi rapito dall’estasi del lavoro è a metà tra il tragico ed il commovente. Erano quasi passate le 19.30, ed è rimasto chiuso “prigioniero”, immaginiamo pieno di paura, tanto per citare la famosa “Livella” di Totò, nella sua stanza al primo piano del municipio.

Insomma, il custode aveva chiuso dentro l’assessore ed un suo collaboratore: entrambi non si erano resi conto del tempo che passava e delle rimostranze del custode pronto a raggiungere la tavola di casa. Peccato che Orabona non abbia avuto lunghe trecce bionde che potessero rendere facile la discesa dal piccolo balcone ma vedere quella lucina accesa nella stanza, il portone d’ingresso chiuso e l’atmosfera romantica di Piazza Municipio semi-illuminata faceva assurgere alla mente gli echi di Shakespearesiana memoria legati al balcone di Giulietta.

Qualcuno dei passanti, incuriosito dalla cosa, ha anche suggerito a gran voce ai “prigionieri” di calarsi giù con gli striscioni, legati accuratamente, avanzati dalle ultime manifestazioni tenute al comune, od in subordine con le tende di fresca ordinazione messe sulle finestre del primo piano; qualcun altro ha azzardato battute sull’importanza, in questo periodo, di tenersi ben salda la poltrona.

I nostri eroi sono stati messi in salvo dal custode, all’apparenza poco contento di aver lasciato la cena fumante, dopo ben tre quarti d’ora di attesa. Insomma, diciamo che ogni tanto, aldilà delle beghe politiche, dei disservizi e delle lamentele è giusto sorridere e di questo ringraziamo la tenacia dell’assessore Orabona.

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