Buglione ritrovato a Marigliano

di Redazione

 Antonio BuglioneNAPOLI. E’libero l’imprenditore nolano Antonio Buglione, 49 anni, sequestrato domenica sera a Saviano. I carabinieri lo hanno trovato aMarigliano, paese vicino al luogo del rapimento.

Ha raccontato di essere stato legato con una catena al colloinuna serra nelle campagne di Marigliano per poi riuscire a liberarsi eraggiungere, nel centro, l’abitazione di alcuni parenti a Marigliano, dove ha allertato i carabinieri.

L’uomo è titolare della “International Security Service” (ex “Vigilante 2”), attiva nel campo della sicurezza privata, indagato in passato per vicende di camorra legate al clan Alfieri (con assoluzione) e per l’inchiesta che ha coinvolto nel febbraio 2008l’ex consigliere regionale del Pd Roberto Conte, il quale sarebbe stato favorito da Buglione, all’epoca finito ai domiciliari insieme alfratello Carmine. Al momento risulta indagato per un’inchiesta in cuiè coinvolto il senatore Pdl e sindaco di Afragola (Napoli) Vincenzo Nespoli. E’ fratello di Rosa Buglione, sindaco di Saviano.

Il rapimento era avvenuto a Saviano, vicino Nola, a poca distanza dall’abitazione dell’uomo.I carabinieriavevano ritrovato nella giornata di lunedì l’auto a bordo della quale si trovava Buglione quando è stato bloccato dai due sequestratori, una Fiat Panda. La vettura era a diversichilometri dal luogo dove è stato rapito.

Per la sua liberazione i sequestratori avrebbero chiesto un riscatto di 5 milioni di euro. La richiesta sarebbe stata avanzata al fratello. Tuttavia, sin dalle prime ore del rapimento gli investigatori hanno nutrito seri dubbi sul movente del sequestro, pensavano non si trattasse di un rapimento ma di una vendetta, e chela richiesta estorsiva fosse solo una manovra per depistare da parte di chi ha organizzato il sequestro. Infatti, sono in cordo indagini su un rapimento definito “anomalo”.

 

“COMMANDO DI 7-8 PERSONE”. Buglione,all’arrivo in caserma,presentava una ferita al sopracciglio, un occhio tumefatto e varie contusioni al torace. Deve essere stato malmenato dai suoi sequestratori oppure è rimasto contuso nella colluttazione ingaggiata nel tentativo di sfuggire al rapimento. I segni sul corpo dell’uomo sono stati notati dai carabinieri che lo hanno prelevato e portato al sicuro. “Quelli che mi hanno bloccato erano sette o otto, tutti armati. Mi hanno riempito di botte e mi hanno fatto salire su una macchina scura”, questo il racconto che Buglione ha fatto ai carabinieri, accorsi nella villetta di Marigliano dove l’imprenditore si era rifugiato dopo essersi liberato. I primi ad arrivare sul posto sono stati i militari della stazione di Marigliano, avvertiti dalla proprietaria dell’abitazione. Buglione aveva ancora addosso la catena chiusa con un lucchetto che gli avevano messo al collo i suoi sequestratori: i militari l’hanno liberato con un paio di tenaglie. Il rapito, molto provato e con un occhio pesto, piangeva.

IPOTESI “AVVERTIMENTO”. Tra le ipotesi vagliate in queste ore dagli investigatori c’è quella di un avvertimento. È possibile che qualcuno abbia voluto dimostrare all’imprenditore, coinvolto in diverse inchieste giudiziarie, di potergli fare del male in qualsiasi momento. Stavolta c’è stato il pestaggio e il sequestro, la prossima le conseguenze potrebbero essere peggiori. Questa ipotesi spiegherebbe come mai il rapito è stato lasciato solo nella serra abbandonata, con una catena che poteva essere facilmente sfilata dal palo cui era legata. Non si esclude che il sequestro lampo sia connesso con le vicende giudiziarie in cui Buglione è coinvolto, in particolare con l’inchiesta in cui il senatore del Pdl e sindaco di Afragola, Vincenzo Nespoli, è indagato per bancarotta fraudolenta. Buglione, in concorso con Nespoli, è accusato di avere trasferito al proprio istituto di vigilanza (“International security service”) le commesse milionarie de “La Gazzella”, l’istituto di vigilanza controllato da Nespoli, senza però assumerne il personale come si era impegnato a fare.

 

IPOTESI CLAN MOCCIA.

Un’altra circostanza che gli investigatori valutano con attenzione è che “La Gazzella” ha sede ad Afragola, zona controllata dal clan camorristico dei Moccia. Questi ultimi da tempo hanno esteso la loro influenza anche sul Nolano e possono muoversi senza problemi sul territorio. Non si esclude, dunque, che l’avvertimento a Buglione segua il mancato rispetto di un accordo (relativo proprio all’istituto di vigilanza) con persone legate al clan.

AVVOCATO: “NESSUN LEGAME CON PROCESSO”. Nessun legame tra il sequestro di Buglione e la testimonianza che avrebbe dovuto rendere al processo al clan Fabbrocino, dice l’avvocato Siciliano. Il penalista sottolinea che l’imprenditore nel procedimento è parte offesa e non si è costituito parte civile. “Buglione è un incensurato da 15 anni tormentato dai media”, sostiene. L’imprenditore è stato portato via dalla caserma dei Carabinieri di Castello di Cisterna.

IL PROFILO DI BUGLIONE. E’ un passato decisamente oscuro e pieno di accuse, anche di legami con la camorra, quello di Antonio Buglione, l’imprenditore rapito ieri sera nel Nolano. Nel 1993 rimase ferito, al volto in un agguato, a Nola. Poi, pochi anni dopo, iniziano i processi, il primo dei quali relativo a irregolarità nella concessione delle autorizzazioni a istituti di vigilanza privata nel Napoletano. Per tutto questo Buglione nel 1995 fu arrestato: un’inchiesta, nella quale rimasero coinvolti anche l’ex parlamentare, Carmine Mensorio, poi suicidatosi e per il quale fu richiesto anche l’arresto, e l’ex prefetto di Napoli, Umberto Improta. L’accusa, per l’imprenditore rapito, fu di 416 bis e di tentativo di estorsione: secondo i magistrati vennero alla luce collegamenti tra la società Vigilanza 2, di Antonio Buglione, e Vigilanza 3, del fratello Carmine, con i boss della camorra nolana, in primis Carmine Alfieri. In particolare, anche negli anni successivi, i magistrati sostennero che gli istituti di vigilanza dei fratelli Buglione sarebbero stati utilizzati dal boss Carmine Alfieri come polizia privata per essere informato sugli spostamenti delle forze dell’ordine sul territorio. Antonio Buglione torna in ballo nel 2008, nell’inchiesta che coinvolse l’allora consigliere regionale della Campania, Roberto Conte, all’epoca del Pd. Conte fu arrestato nell’ambito di un’inchiesta sugli affiti d’oro: cifre da record per locali che dovevano servire al Consiglio regionale della Campania. In questo caso, questa l’accusa, Conte e Buglione, avevano costituito una società, la Europa Immobiliare, alla quale erano affidati i contratti di locazione. Ultima inchiesta, nel 2010, dove Buglione risulta indagato e dove è coinvolto il senatore Pdl Vincenzo Nespoli. Bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale e reimpiego di denaro di provenienza illecita, l’accusa rivolta a Nespoli.

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